Non rispondono alla richiesta di parere contenuta istanza di accertamento di compatibilità paesaggistica per questo motivo il Comune di Casalbuono è stato condannato dalla sezione distaccata di Salerno del TAR della Campania a pagare le spese legali sostenute dai privati che hanno presentato l’istanza con l’ordine di provvedere a rispondere all’istanza fornendo il parere richiesto.
I fatti
La vicenda ha avuto inizio nei primi mesi del 2021 quando i proprietari di un terreno sul quale insiste un fabbricato, adibito a residenza familiare, in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico in quanto compresa nella fascia dall’argine del fiume Calore, hanno presentato una richiesta di sanatoria per delle opere edili su cui realizzate in assenza di titoli abilitativi.
Per la sanatoria avevano depositato nel mese di maggio del 2021 al Comune una istanza di accertamento di compatibilità paesaggistica.
Dopo la trasmissione della documentazione alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Salerno e Avellino per l’acquisizione del parere di competenza nel mese di luglio dello stesso anno, le amministrazioni sono rimaste inerti.
La Soprintendenza si è difesa sostenendo che solo il 19 maggio 2022, ossia circa un anno dopo la presentazione dell’istanza, era stata inoltrata dal Comune alla Soprintendenza la comunicazione relativa al procedimento per la sanatoria dell’abuso.
La decisione
I giudici amministrativi nella sentenza hanno accolto il ricorso bacchettando il Comune perché “avrebbe dovuto provvedere sull’istanza dei ricorrenti – si legge nella sentenza – nel termine previsto dalla legge indipendentemente dall’inerzia della Soprintendenza”.
Il Tribunale ha ordinato al Comune di provvedere sull’istanza dei ricorrenti di accertamento di compatibilità paesaggistica nel termine di novanta giorni dalla comunicazione della sentenza ed in caso contrario il Prefetto di Salerno o un suo funzionario delegato del proprio Ufficio, in qualità di commissario ad acta si sostituirà al Comune inadempiente, nel riscontrare l’istanza dietro pagamento di un compenso di mille euro a carico del medesimo Comune che nel frattempo dovrà pagare la somma di 600 euro per le spese legali.