Tre consiglieri lasciano la maggioranza. Terremoto politico a Sala Consilina questa mattina. I tre, Antonio Lopardo, Francesco Spinelli e Nicola Colucci, in una nota hanno spiegato i motivi della scelta, annunciando di essere da questo momento indipendenti.
Consiglieri lasciano la maggioranza: la nota
«È una scelta maturata lentamente ma in maniera ineluttabile, esternata già in qualche manifestazione di riunione di maggioranza, e non solo, in quanto a nostro parere è “un’amministrazione per pochi eletti”. Pertanto, ci dichiariamo indipendenti prendendo le distanze dal gruppo consiliare di maggioranza “SALA VIVA”», si legge nella missiva.
«Essere amministratori comunali vuol dire avere un ruolo di prestigio all’interno della propria comunità, ma questa funzione, mai come oggi, si presenta sempre più difficile da svolgere – prosegue la nota – Il momento che stiamo vivendo, impone in modo ineludibile la presenza sul territorio comunale di un’amministrazione dinamica e attiva, che sia attenta, in modo particolare, nei confronti delle continue esigenze del propri cittadini e pronta ad interpretarne le necessità, oggi più che mai mutevoli. In un primo momento, Immediatamente successivo alla nostra elezione, abbiamo tentato di interpretare nel miglior modo possibile quanto precedentemente affermato e di amministrare, in ogni circostanza, con peculiare sensibilità e senso di abnegazione. In una fase successiva, a più riprese, abbiamo lamentato varie criticità, tra cui, in modo particolare, la carenza di comunicazione tra noi consiglieri comunali e il Sindaco (fatta eccezione per qualche componente)».
I consiglieri Lopardo, Spinelli e Colucci evidenziano anche la mancanza di coesione tra membri del gruppo “SALA VIVA” e «la completa assenza di collanti comuni».
La scelta
I consiglieri dicono che lasciare la maggioranza è stata una decisione maturata nel tempo e già esternata. «Abbiamo tentato quasi sempre di dare un contributo attivo a questa amministrazione, cercando di non far mancare mai il sostegno, ciò, nonostante a volte abbiamo avuto perplessità su alcune proposte. Alcune cose, purtroppo, sono mutate e non vi è più in noi la voglia di fingere un sostegno che non riusciamo più a dare», conclude la nota.