Nel surreale silenzio di Paestum si sono tenute questa mattina le esequie di Emenegilda Candreva, per tutti Gilda, la 76enne di Paestum uccisa nel corso di una lite con la nipote. Cosa sia accaduto realmente nella casa di via Tavernelle è ancora tutto da decifrare.
Omicidio di Gilda Candreva: il racconto della ragazza
Ieri la nipote è apparsa davanti ai giudici, rilasciando dichiarazioni spontanee e raccontando la sua versione dei fatti. Sarebbe stata aggredita e lei, per difendersi, l’avrebbe colpita ripetutamente.
Si sostiene la tesi della legittima difesa. La 17enne stava passeggiando nei pressi dell’area archeologica. Davanti casa ha incontrato la nonna che l’avrebbe invitata ad entrare. Pare che Gilda Candreva fosse agitata quel giorno e una volta in casa gli animi si sarebbero surriscaldati.
La donna avrebbe preso un coltello e forse tentato di aggredire la nipote. Una tesi che confermerebbe le ferite che la minore ha riportato su avambraccio e dito. Poi la giovane sarebbe riuscita a strappargli l’arma e a colpirla.
Si tratta di ipotesi soltanto sommarie, ma che confermerebbero la tesi della legittima difesa. I giudici non si sono ancora pronunciati ma intanto hanno rimesso in libertà la ragazza che ha lasciato il carcere di Nisida dove ha trascorso alcuni giorni in isolamento, per passare in una comunità protetta per minori, in una località segreta.
Tutti coloro che la conoscono esprimono parole di affetto e comprensione, la descrivono come una brava ragazza, studiosa, incapace di creare problemi e soprattutto di essere violenta. La pensa così anche la mamma del fidanzato, un giovane di Agropoli che da circa un anno e mezzo ha una relazione con lei.
I funerali
Questa mattina, dopo l’autopsia eseguita in settimana nella sala mortuaria dell’ospedale di Eboli, si sono tenuti i funerali di Gilda Candreva. La salma è arrivata direttamente dall’ospedale. Giunta a Paestum è entrata nella Basilica Paleocristiana ben prima dell’orario indicato. Il parroco don Mimmo De Vita ha celebrato le esequie. Nella sua omelia ha ripetuto più volte le parole perdono e misericordia.
“Dobbiamo inondare la nostra vita, che spesso distruggiamo sotto i colpi del male, con il perdono e la misericordia”, ha detto il sacerdote.
È stato un momento di grande commozione, al quale hanno partecipato parenti e amici della donna. Presente anche il sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri ed altre autorità locali. All’uscita dalla chiesa il feretro è stato salutato da un applauso.
Intanto continuano le indagini sul caso da parte dei Carabinieri della compagnia di Agropoli. A coordinarle la Procura per i minori di Salerno.