È andata in onda ieri la puntata di Inside, trasmissione curata da Le Iene, sull’omicidio di Angelo Vassallo. Il programma di Italia 1 condotto da Giulio Golia ha tenuto davanti al televisore un milione di telespettatori. A quasi 24 ore di distanza arriva il commento di Dario Vassallo, presidente della fondazione intitolata al Sindaco Pescatore.
Il caso Angelo Vassallo a Inside: parla Dario Vassallo
«Le Iene hanno fatto un ottimo lavoro evidenziando non solo un diffuso squallore umano ma mettendo in evidenza che molti continuano a vivere in una realtà parallela. Qui l’uso della droga e la sua “commercializzazione” vengano considerate una cosa normale. Solo entrando nell’elenco degli indagati di un omicidio così efferato dovrebbe scaturire in loro uno sconvolgimento interiore, invece continuano a vivere una vita normale. Questo è uno dei paradossi di questa storia, ma anche di questa società. Incredibile, si sono perso i fondamenti del genere umano». Queste le sue prime parole.
Dario Vassallo è certo che il movente sia la droga. «Qui in questo paese, Acciaroli, per qualcuno, non per tutti, è come se si parlasse di una cosa banale, ovvia, trascurando volutamente che la stessa, genera morte, povertà, squallore e per qualcuno “introiti” milionari. Ma voi con uno che è accusato dell’omicidio del Sindaco Pescatore ci prendereste un caffè? L’Arma dei Carabinieri in questa storia appare come un corpo estraneo alla società civile e democratica. Ma non provate vergogna?»
E aggiunge: «Siamo fiduciosi che l’Arma con la quale abbiamo sempre condiviso questa ricerca della verità prenda provvedimenti esemplari nei confronti di chi è coinvolto in questa indagine. Non si può accettare da parte nostra che Fabio Cagnazzo e Luigi Molaro vestano ancora la divisa dello Stato. Tantomeno il “carabiniere sordo” promosso a comandante di una stazione carabinieri di Napoli e, senza trascurare i carabinieri della caserma di Pollica che hanno avuto l’ardire di querelarmi due giorni dopo l’uccisione di nostro fratello. All’Arma diciamo chiaramente che pretendiamo chiarezza e pugno fermo».
Le accuse al sindaco Pisani
Ma non mancano accuse al sindaco di Pollica, Stefano Pisani, «colui che ha autorizzato durante questi dodici anni il 5 settembre, la sagra del pesce il giorno che dovrebbe essere il giorno del lutto di una comunità».
«E’ lo stesso sindaco che insieme alla sua amministrazione ha cacciato la fondazione dedicata ad Angelo, dal castello Capano di Pollica, per darla in gestione ad una società con sede a Catania. Il Sindaco Angelo Vassallo l’aveva acquistata per la comunità di Pollica. Nel lavoro svolto da Le Iene bisogna evidenziare che ci sono delle lacune e tra queste la più evidente è l’assenza della politica, soprattutto del partito al quale era iscritto Angelo. Il Partito Democratico. A livello locale, provinciale e regionale non hanno mai cercato la verità, anzi hanno ostacolato con tracotanza il percorso della Fondazione Angelo Vassallo. Invece a livello nazionale i vari segretari (Renzi, Zingaretti, Letta) che si sono succeduti durante questi lunghi anni non hanno mai risposto alle nostre missive. Perché questo comportamento? Angelo era solo. Ieri abbiamo visto troppe lacrime di coccodrillo e uno squallore senza fine. Neanche Dio vi perdonerà, men che meno noi”, conclude Vassallo.