Un elefante preistorico a Marina di Camerota. I resti stati rinvenuti nel corso degli scavi condotti dall’1 al 18 settembre 2022 dalle Università di Siena e di Bologna. Le attività hanno avuto la collaborazione della Soprintendenza per le provincie di Salerno e Avellino e del Comune di Camerota ed hanno interessato la Grotta del Poggio.
Elefante in grotta a Marina di Camerota
Le ricerche hanno riportato alla luce, nella parte alta della serie stratigrafica, i resti di un grande pachiderma, il Paleoloxodon antiquus, o elefante a zanne diritte. La presenza di questo animale nei livelli abitati dal Neandertal, era stata già segnalata, per gli strati più antichi della grotta, dal Prof. A. Palma di Cesnola negli anni ’60 del secolo scorso.
I resti dell’elefante rinvenuti nel corso dell’attuale campagna di scavo a Marina di Camerota appartengono all’osso di un arto e mostrano evidenti tracce di percussione. Elementi indicativi del fatto che l’elefante sia stato macellato dall’uomo.
Le ricerche nella Grotta del Poggio
A scoprire la grotta nel 1954 il professore Pietro Parenzan, dell’Università di Napoli. Nel 1964 la Soprintendenza di Salerno incaricò il prof. Palma di Cesnola dell’Università di Siena di condurvi le prime indagini sistematiche. Tra il 1965 e il 1967 gli esperti effettuarono sondaggi nel deposito archeologico contenuto nella cavità. Qui gli archeologi hanno identificato 14 strati, ai quali hanno attribuito, su basi geologiche e culturali, un’età compresa tra 190 e 130 mila anni fa.
Il Poggio contiene dati unici ai fini della ricostruzione del popolamento antico dell’Italia meridionale. Per questo motivo le indagini nel sito rivestono interesse internazionale.