Morì alla giovane età di 46 anni, il 12 aprile 1927 Giuseppe Moscati. Nato il 25 luglio 1880 a Benevento, proclamato Santo da Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1987. Nel 2012, l’esperto di storia locale, Ernesto Apicella, ritrovò nell’archivio segreto del Borgo antico di Agropoli, due lettere autografe di San Giuseppe Moscati che attestano la sua presenza ad Agropoli.
Giuseppe Moscati e il suo legame con Agropoli
Le due “reliquie” documentano l’amicizia tra San Giuseppe Moscati ed il dottor Amedeo Di Sergio. Nella prima, datata 16 Marzo 1923, San Giuseppe Moscati ringrazia il dottor Amedeo Di Sergio per l’ottima accoglienza ricevuta ad Agropoli.
Nella seconda, del giugno 1925, molto più complessa ed articolata, annuncia il suo imminente arrivo ad Agropoli, quasi un presagio, e della terapia medica che avrebbe dovuto seguire Francesco Di Sergio, fratello di Amedeo, per alleviare la malattia che lo affliggeva ed aggiungeva: “[…] ma soprattutto vi ricordo che vi è un Medico al di sopra di noi: Iddio! Di Cui domani è la festa Eucaristica. Vi prego di non privare vostro fratello di questa medicina (che è la S.Comunione), diteglielo a nome mio. […]”. Il giorno successivo, giovedì 11 Giugno, Corpus Domini, Francesco Di Sergio ex sindaco di Agropoli per 21 anni, morirà serenamente tra le braccia di San Giuseppe Moscati.
Francesco Di Sergio, da Sindaco di Agropoli, pur tra mille difficoltà economiche, sociali e sanitarie (Prima Guerra Mondiale, la “Spagnola” del 1918, l’emigrazione ecc…), nel suo ventennio di sindacato, riuscì a dotare Agropoli di nuove strutture pubbliche e di efficienti servizi pubblici, dando vita ad un innovativo progetto turistico.
La sua morte lasciò nella comunità agropolese un profondo vuoto morale e intellettuale. Ai suoi funerali parteciparono migliaia di persone provenienti da tutto il Cilento.
San Giuseppe Moscati, medico-scienziato, diceva
“Gli ammalati sono il Corpo di Gesù Cristo.”
L’attenzione alla malattia del corpo e alla salute spirituale del paziente per San Giuseppe Moscati andava considerata in modo indissolubile. Era il medico di tutti, ma soprattutto dei poveri.
La festa liturgica si celebra il 16 Novembre. Protettore degli ammalati, dei poveri e dei bisognosi. Ogni giorno centinaia di fedeli sostano in preghiera davanti alla sua tomba nella chiesa del Gesù Nuovo a Napoli.
L’amicizia di Moscati, con il Dott. Amedeo Di Sergio
“Il primo incontro tra San Giuseppe Moscati e il dott. Amedeo Di Sergio, ricorda Ernesto Apicella probabilmente avvenne all’Università di Napoli, nella Facoltà di Medicina. San Giuseppe Moscati, laureatosi giovanissimo nel 1903, fu subito nominato docente e tra i suoi allievi trovò il diciottenne Amedeo Di Sergio.
È verosimile che il rapporto di stima ed amicizia si sia intensificato allorquando il dott. Amedeo Di Sergio, negli anni Venti, si rivolse a San Giuseppe Moscati, pioniere della terapia insulinica, per far curare il padre Emanuele malato di diabete. La malattia portò il dott. Emanuele Di Sergio alla morte il 20 Luglio 1922. Il dott. Emanuele Di Sergio fu più volte sindaco di Agropoli dal 1860 al 1891. Fu uno dei primi medici in Italia a proporre le cure idroterapeutiche, fondando uno stabilimento di talassoterapia nella Marina di Agropoli.
Nel 1908, con grandi festeggiamenti, fu insignito della medaglia d’oro per aver salvato la vita alla popolazione agropolese sottraendola, con grande abnegazione, ad una violenta e letale epidemia tifoidea. Le due lettere autografe di San Giuseppe Moscati ci confermano la sua presenza ad Agropoli nel 1923 e nel 1925. Questo mi fa pensare– prosegue Ernesto Apicella- grazie anche ad alcune testimonianze tramandate negli anni, che San Giuseppe Moscati sia venuto più di due volte ad Agropoli.
Un’ulteriore testimonianza mi giunse nel 2018 dalla signora Carmela Maria Gigantino. “Mia madre Giovanna Di Luccio mi raccontava che nell’anno 1920, non ricordava il giorno ed il mese, San Giuseppe Moscati era venuto ad Agropoli chiamato da papà, Eugenio Gigantino. La sua presenza era stata richiesta per un consulto specialistico a mia zia Carmela Di Luccio, una ragazza bellissima e non ancora ventenne, affetta da una grave malattia cardiaca.
San Giuseppe Moscati, dopo averla visitata accuratamente, a bassa voce e con modi gentili e discreti, comunicò a mio padre che non c’era niente da fare. Il cuore di zia Carmela non si era sviluppato e, purtroppo, non sarebbe vissuta a lungo. Non valsero le preghiere del Santo e di tutta la nostra famiglia, dopo qualche mese la mia dolcissima zia Carmela spirò. Inoltre mia madre mi raccontava che in quell’occasione San Giuseppe Moscati visito anche un altro malato di cui non ricordava il nome”.
La sua presenza in quegli anni fu assidua, diventando una vera e propria missione, giacché San Giuseppe Moscati trovò nel borgo di Agropoli una popolazione povera nel corpo e nell’anima. Bisognosa di cure mediche specialistiche gratuite ma, in modo particolare, di intense cure religiose. Infatti, in quegli anni, come testimoniò nel 1925 don Enrico Castelli, novello parroco di Agropoli, le chiese agropolesi erano in uno stato di totale abbandono e poche le anime superstiti da un naufragio tremendo che aveva scosso profondamente la fede degli agropolesi.
San Giuseppe Moscati morì improvvisamente il 15 aprile 1927, a soli 47 anni. Dopo otto anni, il 15 aprile 1935 si svolsero i funerali del dott. Amedeo Di Sergio, morto anche lui all’improvviso“