FUTANI. Pina Chirico, originaria di Castinatelli, frazione di Futani, è una poetessa, giovane e umile donna, madre affettuosa e moglie amorevole; che ha dato alle stampe una serie di componimenti incentrati sull’amore. In particolare, nel 2008, spronata dal marito, ha pubblicato il suo primo libro, intitolato “Raccontare l’amore“.
L’inizio del sogno della poetessa Pina Chirico
Si realizza così un sogno, quello di dare alle stampe una silloge; che accoglie e raccoglie la preziosità di una storia d’amore, vissuta da un Io nostalgico, a tratti tormentato, ma comunque segnato dal coraggio, il coraggio di seguire il proprio cuore. Sì, serve coraggio per aprire il proprio essere all’altro, al di là del bene e del male, oltre ogni forma di giudizio.
Tale percorso poetico continua, nel 2021; all’interno della raccolta “Luci sparse” (Roma, Pagine editore, http://www.poetipoesia.com/luci-sparse/), nella quale, a seguito di un concorso, la poetessa cilentana riceve uno spazio importante, riuscendo a pubblicare sette componimenti, sotto il titolo L’amore è…. Si tratta di una frase aperta, priva di complementi, i quali, casomai, possono essere aggiunti dal lettore.
Il compito del poeta, infatti, è offrire alla gente l’opportunità di scovare nuove frontiere dell’Io e del mondo. Tutto ciò determina una bellezza incomparabile e questo probabilmente è il salvagente dell’umanità, quello a cui aggrapparsi nei momenti più sconfortanti, tanto nel particolare quanto nell’universale. La poesia, infatti, come affermava Alda Merini, non ha definizioni, «è una delle tante manifestazioni della vita. È un modo di parlare, e può essere cattiva, buona, iraconda, inutile. È un modo di far teatro, è un modo di mascherarsi.
La poesia può essere una maschera greca, un carnevale. Può essere una dignità che non si ha, una dignità che si soffre. Sono tante le definizioni della poesia» (La pazza della porta accanto, pp. 74-75). Anche l’amore, stando ai versi di Pina Chirico, sfugge ad ogni catalogazione.
Esso può essere “vita, speranza, felicità / ma anche tristezza, dolore ed amarezza” (da “L’amore”, sul sito http://autori.poetipoesia.com/minisiti-pina-chirico/poesie/); può essere “una lacrima” (da “Una lacrima”, in Luci sparse, p. 40), che scorre dagli occhi quando la nostalgia diventa un macigno sulla coscienza; può essere ossessione, tormento (ho provato tutto il possibile / per cancellarti ma / è rimasto il segno, da “Amore vero” in Luci sparse, p. 42) sino a trasformarsi in colpa (per colpa del mondo / che ha creato l’amore / per colpa mia che sono nata, da “Colpa” in Luci sparse, p. 43).
All’infuori dei turbamenti interiori, tuttavia, la sostanza dell’amore resta placida, non può essere sfiorata da sentimenti di odio o di vendetta, perché quando si ama col cuore qualcuno non si può desiderare il suo male. Tale epifania, infatti, sovviene in un incrocio di sguardi, un flash inatteso, un po’ pavido e subitaneo (Rivederti dopo tanto tempo / fa uno strano effetto / sembra come tornare indietro […] ormai le nostre vite si sono separate […] per un attimo occhi negli occhi / si rivive in un flash la nostra storia […]
Della nostra storia ormai rimane solo il ricordo / uno splendido ricordo che porteremo nel cuore / senza rancore, da “Flash” in Luci sparse, p. 46). Interessante notare, in Luci sparse, che il primo verso della breve silloge di Pina Chirico è una domanda, “Vita mia dove sei?” (p. 40), mentre l’ultimo ha il sapore di una sentenza, “Della nostra storia ormai rimane solo il ricordo / uno splendido ricordo che porteremo nel cuore / senza rancore”.
La vita dell’Io tormentato, in fondo, ma di qualunque altro essere umano colpito dai dardi di Cupido, è nel ricordo di aver amato. La memoria conserva la nostra identità. Cosa saremmo noi senza ricordi? Nel ricordo della felicità, talvolta, può assopirsi il desiderio stesso della felicità.
Ecco la poesia di Pina Chirico e cosa vuole trasmettere
In sostanza, la poesia di Pina Chirico può essere definita intimista. È nell’intimo che si consumano le pene d’amore e tale può essere soltanto la poesia che serve ad esprimerle. I versi sono liberi, inanellati spesso senza punteggiatura (i sentimenti non hanno punti e virgole), una scelta consapevole e matura. A unirli sono i numerosi enjambement (ci incontriamo, ci salutiamo / e finisce lì), le anafore (per colpa tua ho paura / di innamorarmi di nuovo / per colpa del destino che ci ha fatto incontrare) e i climax ascendenti (mi hai guardata / mi hai stregata / mi hai baciata).
I versi di Pina Chirico esprimono due storie che corrono lungo il binario dell’amore: quella per la poesia e quella per il soggetto amoroso. Pina, infatti, già in età scolastica, tra i 12 e i 16 anni, nel momento in cui inizia a rivolgere la propria attenzione al mondo esterno con i primi amori e le prime delusioni, comincia a scrivere le sue prime poesie durante le ore di lezione, conservandole gelosamente. La sua forza interiore è attualmente la spinta per realizzare al meglio la sua passione per la parola poetica e, se nel mondo servono più poeti e meno soldati, sicuramente Pina Chirico può essere annoverata nell’esercito dei primi.