L’aumento dei prezzi causato dalla guerra in Ucraina e lo sciopero di alcuni autotrasportatori a causa dell’impennata dei costi della benzina hanno spinto tantissime persone a fare scorte di generi alimentari e carburante.
E’ accaduto in varie località del Cilento, ma in realtà il fenomeno sembra interessare tutto lo Stivale.
Da ieri lunghe code si registrano presso i distributori dove le tariffe sono più basse, seppur il costo della benzina ha superato ovunque i 2,1 euro.
Anche nei supermercati aumentano le vendite. Farine, zucchero, caffè , pasta, cereali di ogni tipo, passate e acqua sono i beni di prima necessità spariti per primi dagli scaffali. Per molti è stato un ritorno al 9 marzo 2020, quando l’improvviso lockdown aveva colto tutti di sorpresa e i cittadini avevano avvertito il pericolo della carenza delle merci.
A distanza di due anni, l’annuncio dello sciopero degli autotrasportatori, partito praticamente oggi (12 marzo anche se per avere piena idea dello stop bisognerà attendere lunedì 14 marzo), e la psicosi della guerra hanno scatenato il panico.
Sono migliaia gli autotrasportatori pronti a sistemare i loro tir in posizioni ‘strategiche’ per protestare contro il caro gasolio.
“Lo stop dell’autotrasporto può provocare danni incalcolabili alla filiera agroalimentare in un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su strada, mettendo a rischio i prodotti più deperibili, dall’ortofrutta al latte, ma anche alimentando una pericolosa psicosi negli acquisti sugli scaffali dei supermercati”, afferma la Coldiretti.