Passeggiando tra i vicoli del Cilento, scopriamo che si rispettano ancora tradizioni pasquali antichissime. In molte abitazioni, appesa ad un portone, fa la sua bella mostra Quaresima.
Si tratta di una sorta di bambola di pezza, abbigliata solitamente di nero o comunque di un colore scuro, personificazione dei quaranta giorni che precedono la Pasqua.
La tradizione di Quaresima
Fino a pochi decenni fa, Quaresima compariva il Mercoledì delle Ceneri (lo scorso 2 marzo) su tutti i balconi delle case contadine cilentane per rimanervi fino all’inizio della Settimana Santa.
Come tradizione vuole, la Quaresima è composta di un’arancia su cui sono presenti delle piume. La regola, infatti, è che sull’arancia vengano conficcate tante piume quante sono le domeniche antecedenti la Pasqua e che, ogni domenica, esse vengano progressivamente rimosse.
Quaresima fa insomma da calendario scandendo le settimane che dal Mercoledì delle Ceneri conducono al giorno della Risurrezione di Cristo.
Senza dubbio, essa è una prova di quella commistione tra fede e folklore che caratterizza molti degli aspetti culturali locali.
Quaresima (nella foto scattata ad Ispani di Pasquale Pellegrino), appesa a quel portone, resiste alla modernità e assume un valore tutto particolare testimoniando un senso profondo di attaccamento alle origini.