Fin dai tempi più antichi le operose donne cilentane, contadine dall’esistenza faticosa di una terra geograficamente isolata dal resto della penisola, riuscirono con grande dignità e impegno a ritagliarsi propri margini di autonomia.In casa si occupavanano di cucinare e di tenere in ordine, ma non solo: con in mariti assenti per il lavoro nei campi, o, nei secoli più recenti, divenuti briganti, quando non erano loro stesse brigantesse, e poi nel 900 con gli uomini emigrati o impegnati nelle guerre, le donne si occupavano della gestione economica familiare. Custodivano il grano e i viveri tutto l’anno, e gestivano il denaro della famiglia.
E poi insieme le donne, fuori casa, lavoravano nei campi, e s’incontravano al fiume o al lavatoio comune. E nel periodo autunnale e invernale a loro era affidata la raccolta delle olive, attività importantissima per l’intera economia cilentana. In quasi ogni casa, poi, vi era un telaio col quale lavoravano il lino,la canapa, il cotone, e la resistente ginestra cilentana.
Quella del ricamo è una vera arte, tramandata nei secoli di donna in donna attraverso gli “imparaticci”, tessuti ricamati che spiegavano come realizzare i punti antichi e gli antichi decori. Il ricamo cone scrittura femminile, dunque! E non dimentichiamo quanti termini letterari provengono da qui: la trama, l’ordito, l’intreccio… Tra i saggi insegnamenti delle donne, ci sono i racconti, le fiabe, le ninne nanne; conoscenze di valore inestimabile che di generazione in generazione sono arrivati a noi. E cosa dire del cibo?
Cosa ci risveglia ricordi assopiti più del profumo di un piatto della tradizione? I fusilli, per cui è indispensabile il “ferro” che gelosamente ogni donna ancora oggi custodisce nella propra cucina; la conserva di pomodoro, che ogni estate ancora viene preparato dalla donne di famiglia insieme riunite; L’elenco dei piatti cilentani è lungo, ma il più antico è senz’altro lo scauratiello, eredità delle donne greche che vissero in queste aree tra il VII e il VI secolo a. C.
Sempre più donne del Cilento oggi hanno ereditato le tradizioni tessili dal passato, e tantissime, nelle proprie case o nelle strutture ricettive che hanno fondato, continuano ogni giorno a far rivivere i piatti della tradizione cilentana. Il mio romanzo, “Mirari”, in cui ho dato largo spazio alla figura della cuoca cilentana Maria, si sente forte il profumo delle piante aromatiche e dei piatti della tradizione, simboli della forza delle donne del Cilento. Attraverso la mia scrittura, e le protagoniste femminili cilentane del mio romanzo “Mirari”, voglio oggi rendere omaggio a tutte le forti, meravigliose e operose donne del Cilento.