AGROPOLI. Il centro-sinistra è spaccato in tre, si va verso le primarie per decidere il prossimo candidato sindaco. È quanto emerso a margine del tavolo politico tenutosi nel pomeriggio di ieri tra partiti e liste civiche della coalizione.
“In un clima sereno si è discusso dei programmi in vista delle prossime elezioni amministrative e del candidato alla carica di sindaco della coalizione – si legge in una nota – A margine del confronto è emersa unità di intenti sulla linea da seguire. Nelle prossime ore si terrà un nuovo incontro per definire le prossime azioni da compiere per l’unita del centro-sinistra”.
Elezioni ad Agropoli: spaccatura nel centro-sinistra
Di fatto, quanto detto nel comunicato stampa congiunto, è vero soltanto a metà. Dall’incontro di ieri, infatti, emerge un centro-sinistra spaccato che non è riuscito a trovare l’unità.
Presenti al confronto il Pd, il PSI, Italia Viva, il M5S ed una serie di liste civiche. I tre contendenti ad una poltrona da sindaco sono Emidio Cianciola, Adamo Coppola ed Elvira Serra. Quest’ultima pare essere l’unica disposta a fare un passo indietro, accettando un accordo per il bene della città. L’ex vicesindaco era in dubbio anche sul presenziare o meno al confronto, ma alla fine ha scelto di essere presente dando segnali di apertura. Ma se un accordo unitario che vorrebbe dire vittoria quasi scontata non dovesse esserci, Serra andrebbe autonomamente puntando almeno al ballottaggio.
Adamo Coppola, in qualità di sindaco uscente, sostenuto anche dal Pd e da almeno tre liste civiche più una quarta in corso di formazione, ha rivendicato la sua legittima aspirazione a ricandidarsi.
Emidio Cianciola, invece, non ha voluto sentire ragioni. Lui dovrà essere il candidato sindaco, sostenuto dal PSI e dall’ex consigliere Michele Pizza, al lavoro per una lista civica che secondo i ben informati non sarebbe neanche ultimata.
Dopo lo stallo iniziale le parti al tavolo avrebbero accettato di sfidarsi alle primarie. Per Cianciola, finora privo di una vera forza politica e appoggiato soltanto da un PSI che ha al suo interno alcuni candidati invisi agli altri schieramenti politici, una prima vittoria: quella di andare alle primarie contro il candidato sindaco uscente, che invece di liste ne ha il doppio. Perché allora accettare questa sfida?
Il ruolo del sindaco di Capaccio Paestum
Secondo i ben informati dietro ci sarebbe la promessa del sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, di sostenere il gruppo, portando anche il Pd da questa parte. Una scelta che sa di autogol. Da ricordare che tra il medico originario del casertano e Alfieri non è corso in passato buon sangue. I due non se le sono mandate a dire e questo non è sfuggito all’opinione pubblica.
Ma c’è di più: Cianciola era visto come candidato ideale quale figura “antisistema”. Nel momento in cui ha scelto di porsi sotto l’ala protettrice di Alfieri (essendo stato lui a chiedere proprio al sindaco di Capaccio Paestum l’investitura ufficiale) ha perso consensi. Dunque anche il tentativo messo in atto da mesi di delegittimare Coppola è fallito.
La posizione di Coppola
Paradossalmente a guadagnare la simpatia popolare è proprio Adamo Coppola. La città, difatti, non sta accettando di buon grado inciuci, intrighi e in generale il trattamento che viene riservato all’attuale sindaco. Messaggi di solidarietà stanno giungendo addirittura dai vari gruppi politici protagonisti di questa elezione, pronti ad accoglierlo in caso di definitiva rottura con Alfieri. Addirittura c’è chi auspica un suo ritorno nel centro-destra.
Cosa accade con le primarie
Le primarie potranno svelare la verità e legittimare il candidato sindaco scelto per volontà popolare e non per investitura di terzi.
Chi si rafforza in questo contesto è Massimo La Porta, forte già di quattro liste e convinto di poterne aggregare altre qualora il candidato sindaco del centro sinistra fosse Cianciola e in ogni caso qualora non vi fosse l’unità.
Al momento è lui il più quotato per la vittoria finale e le primarie non faranno altro che concedergli ulteriore vantaggio, soprattutto dal punto di vista temporale.
Sicuro sconfitto in questo contesto è il Pd, una volta partito dominante e oggi incapace anche di imporre il proprio candidato sindaco (tra l’altro un uscente) ai suoi alleati che hanno una storia in città soltanto recente. Con i dem esce sconfitto da questa storia anche il leader politico locale Alfieri, salvo non tiri fuori l’asso dalla manica nei prossimi giorni, ma al momento non ci sono segnali.