CAPACCIO PAESTUM. Nessuna misura cautelare all’imprenditore Roberto D’Angelo e agli altri indagati nel procedimento partito dalla sfiducia all’ex sindaco Franco Palumbo. L’imprenditore di Roccadaspide, stando alle accuse, avrebbe promesso cinquantamila euro per far cadere l’amministrazione di Capaccio Paestum. Altri 150mila sarebbero stati versati appena il piano diventava realtà.
Sfiducia all’ex sindaco Palumbo: le richieste della Procura
La Procura di Salerno aveva chiesto misure cautelari non solo per D’Angelo ma anche per allora esponenti del consiglio comunale e un tecnico comunale. Si tratta, nello specifico, dell’ex presidente del consiglio comunale Carmelo Pagano, e i consiglieri Fernando Maria Mucciolo, Alfonsina Montechiaro, Pasquale Accarino, Francesco Petraglia, Angelo Merola e il tecnico Carmine Greco.
La Cassazione
La Corte di Cassazione, però, ha respinto le richieste della Procura di Salerno, che aveva presentato ricorso contro le decisioni del Riesame. I pm, infatti, avevano impugnato l’accoglimento della richiesta di revoca dei domiciliari dell’imprenditore Roberto D’Angelo e il rigetto dell’Appello avverso la decisione del gip di non applicare nessuna misura a carico di D’Angelo (carcere), di Accarino e Pagano (arresti ai domiciliari) e di Petraglia, Mucciolo, Montechiaro, Merola e Greco (divieto di dimora).
Con questa sentenza, dunque, viene scongiurato il rischio che gli indagati possono essere sottoposti a misure cautelari. Resta in piedi l’indagine che mira a fare chiarezza sulla vicenda.