Dopo il durissimo periodo di lock-down, il regista Oggionese Paolo Goglio desidera portare al mondo un segnale di speranza: un raggio innalzato nel cielo, ispirato alla spada di luce di S. Michele Arcangelo, recentemente proiettata dai padri Rosminiani della Sacra Abbazia.
«Sono stato alcuni giorni ad Avigliana per realizzare un documentario – racconta – e sono rimasto molto affascinato da questo faro che tracciava nell’oscurità un prezioso simbolo di pace, di luce e di amore. Ho ricevuto l’ispirazione di portare un raggio di Luce nei cieli di tutta Europa e di realizzare un film per documentare l’impresa. Sono partito dal punto più a sud d’Italia, Porto Palo di Capo Passero, dove ho proiettato il primo raggio di luce di fronte all’Isola delle Correnti con una torcia di profondità da 135.000 lumen. Da qui ho iniziato a dirigermi verso il grande nord, ho attraversato Calabria, Basilicata e oggi sono giunto in Campania, dove ho posizionato il mio camper sulla splendida spiaggia del Buon Dormire. Al chiaro di luna ho acceso il raggio di Luce di fronte all’arco naturale di Capo Palinuro in un contesto veramente fiabesco.»
Dopo aver completato il perimetro della Sicilia, Paolo Goglio si è imbarcato con il camper e l’inseparabile cane Leone ed è giunto in Calabria, da cui ha iniziato a risalire la penisola.
Attraversata anche la Basilicata, dove ha proiettato il raggio di luce nel cielo sovrastante Maratea in prossimità della famosa statua del Cristo Redentore, ha raggiunto ieri il Cilento dove si è posizionato in prossimità dell’arco naturale a Palinuro. Qui ha proiettato nel cielo stellato un suggestivo raggio di luce, proprio mentre sulla baia sorgeva la luna. Nei mesi successivi attraverserà Italia, Francia, Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia e Norvegia per giungere infine oltre il circolo polare artico, a Capo Nord.
Paolo Goglio, originario di Milano, sta realizzando un docufilm che sarà intitolato La linea del raggio di luce per illustrare il lungo viaggio. Dopo un interminabile periodo di fermo produttivo dovuto al lock-down ora il regista ha allestito un camper grazie al prezioso contributo di alcune associazioni, lo ha personalizzato caratterizzandolo con un’impronta femminile e infatti si chiama Gianna, un nome composto dall’unione di Gianni e Anna, suoi genitori. A completare l’equipaggio c’è anche Leone, un randagino di origini siciliane adottato da un canile. Il film dovrebbe essere proiettato in anteprima al Salone del Camper di Parma, la più importante fiera nazionale del settore plein-air.
Oltre alla preziosa simbologia del raggio di Luce, il docufilm vuole evidenziare le principali peculiarità del viaggiare in camper, con particolare attenzione all’etica del camperista, rispettoso dell’ambiente che contraccambia, gratificandolo con la bellezza dei paesaggi e le emozioni della vita plein-air. In uno spazio aumentato il concetto di libertà acquista così un grande significato interiore che porta ad ampie riflessioni e considerazioni. I momenti alla guida si alternano molto dinamicamente, sottolineando anche la fase di preparativi tecnici e la cura degli allestimenti.
L’itinerario dall’estremo sud all’estremo nord vuole rappresentare anche un messaggio di unione e continuità territoriale, tracciando una rotta non solo geografica ma anche, soprattutto, una rotta interiore.
“Quando giungono le tenebre” illustra Paolo Goglio “le navi si orientano grazie alla luce dei fari che indicano la rotta da mantenere per navigare al buio. Di giorno il faro non è necessario, perché c’è visibilità. Allo stesso modo ognuno di noi segue una rotta interiore che caratterizza il proprio percorso di vita, il proprio cammino. Quando siamo confusi, disorientati, sommersi dalle tenebre della sofferenza o della solitudine, ci sentiamo travolti dalle difficoltà e ci sembra di naufragare. Ma è sufficiente vedere uno spiraglio di luce, magari lontano, per trovare la forza di agire, reagire e proseguire ed è proprio questo il messaggio che desidero tramandare, affinché tutti possano seguire il proprio percorso di rinascita.”