Il rapporto tra uomo e natura si articola spesso su un difficile equilibrio, a causa di fattori come la crescita dell’urbanizzazione, attività antropiche invasive e sistemi di agricoltura che, oltre a favorire lo sfruttamento dei lavoratori – spesso migranti – non rispettano l’ambiente.
Esistono però persone che vivono in contrasto con questa tendenza, scandendo ancora il ritmo delle proprie giornate in base a quello della terra. Come Ivan Di Palma, contadino con in tasca una laurea in Filosofia, che ha lasciato la città per ritornare alla sua terra natale ad Atena Lucana, nel cuore del Cilento, per dedicarsi alla semina del “grano del futuro”.
Ivan è uno dei protagonisti del film documentario “La Terra mi tiene”, nato da un’idea di Sara Manisera, reporter che ha collaborato con le più prestigiose testate nazionali e internazionali e che da anni si occupa soprattutto del fenomeno del caporalato, dell’agricoltura e dello sfruttamento dell’ambiente da parte dell’uomo, e Arianna Pagani, un’altra reporter che ha documentato le crisi umanitarie in Medio Oriente, raccontando preziose storie di resilienza tra guerre, cambiamenti climatici e conflitti urbani. “La Terra mi tiene” nasce dal bisogno di storie e racconti che offrano uno sguardo sul futuro. Puntando i riflettori sulla dignità del cibo, di chi lo produce e di chi lo raccoglie, è possibile aprire una riflessione sul modo in cui mangiamo oggi e sull’impatto ambientale prodotto. Il docufilm intende anche proporre soluzioni a problemi moderni riscoprendo la memoria del passato, focalizzandosi in particolare su un territorio fragile ma ricco di potenzialità come il Mezzogiorno.
“La Terra Mi Tiene è un documentario che intreccia due dimensioni: una intima e personale, l’altra più sperimentale e visionaria. I territori raccontati ne La Terra Mi Tiene, infatti, sono i luoghi da dove, cinquant’anni fa, i miei nonni, contadini e migranti, sono partiti, abbandonando la campagna per migliorare la loro vita, quella dei loro figli e, in qualche modo, anche la mia”- spiega Sara Manisera, che aggiunge: “Questa è una restituzione, un omaggio a chi ha scelto di andare via. Tornare per raccontare questa storia di riscatto e di contadini visionari”è, per me, una forma di restituzione dei sacrifici fatti dai miei nonni e da tutte le persone che sono emigrate”.
Questo documentario, però, è anche un ritorno. Un viaggio nella memoria contadina che sta scomparendo ma che contiene i semi per immaginarsi un altro futuro. Il documentario, il cui progetto nasce proprio nell’aprile 2020, in piena pandemia, quando Manisera e Pagani stavano lavorando a un reportage sul mondo dell’agricoltura e, in particolare, sullo sfruttamento dei braccianti, è attualmente protagonista di una campagna di raccolta fondi su Produzioni dal Basso, prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation.
Contribuendo all’iniziativa, sarà possibile aiutare Sara Manisera e Arianna Pagani a coprire le spese per la produzione del docufilm; in cambio del sostegno, sono state messe in palio ricompense speciali, dal poster o dalla T-shirt con la locandina del film fino alla possibilità di diventare co-produttori del documentario, con il proprio nome inserito nei titoli di coda. Per maggiori informazioni: https://www.produzionidalbasso.com/project/la-terra-mi-tiene/