AGROPOLI. In diverse comunità del Cilento, si continuano a registrare casi Covid-19 e, negli ultimi giorni, a causa dell’alto numero di tamponi da processare, si stanno registrando disagi tra i cittadini che hanno difficoltà a conoscere l’esito dei test effettuati per confermare la positività o la guarigione.
Talvolta c’è chi è “prigioniero” in casa nonostante l’assenza dei sintomi perché non riesce ad avere risposta dalle Usca, altre volte si presentano problemi di natura tecnica o burocratica.
I fatti
E’ quanto accaduto ad un cittadino agropolese. Suo figlio, un bambino frequentante la scuola primaria, era rientrato nella catena di contatti di un positivo, lo ha saputo dopo aver ricevuto un messaggio whatsapp da parte della scuola.
Mette in atto tutti i protocolli previsti delle norme vigenti al fine di procedere a tutte le verifiche del caso. Dopo aver effettuato il tampone all‘USCA di Agropoli, riceve un messaggio da parte della piattaforma SINFONIA dell’esito negativo. Questo accade anche una seconda volta, l’esito negativo arriva in mattinata.
A questo punto l’uomo avrebbe dovuto provvedere a stampare il certificato che ne attestasse la negatività; non dotato di stampante presso il domicilio, si è recato nella propria attività ed è qui che si è reso conto che la piattaforma regionale era fuori uso.
Una volta arrivato all’ingresso della scuola, quindi, il bambino si è visto negare l’accesso, poichè non ha potuto dimostrare la sua negatività al tampone. Episodio simile anche per un’altra mamma agropolese, la quale non ha ricevuto neanche il messaggio da parte dell’USCA che attestava la negatività del figlio.
Il commento
“Episodi incresciosi che non dovrebbero accadere. A mio figlio viene negata la possibilità di entrare a scuola anche se negativo, per un malfunzionamento di un’app, è inconcepibile”– la denuncia di questo padre, che ha immortalato il suo bimbo, da solo, sulle scale della scuola, come foto emblematica di un periodo storico davvero difficile che tutti noi stiamo vivendo. Ma che a pagarne di più le spese, spesso, sono proprio i bambini.