Finisce l’incubo Giuseppe Verdoliva che da oltre un anno era rinchiuso nel carcere di Fuorni, accusato dell’omicidio di Francesca Galatro, nata uomo poi diventata donna, ritrovata morta con un’unica coltellata al cuore nell’agosto del 2020 nella casa accoglienza di Vallo.
La perizia psichiatrica disposta dalla Corte di Assise di Salerno ha confermato quello che il suo avvocato, Nadia Malandrino, ha sempre sostenuto: “si tratta di una persona confusa, incapace di esprimersi e di raccontare gli avvenimenti in una corretta sequenza spazio temporale”.
La perizia pschiatrica ha infatti chiarito l’incapacità del di Verdoliva di stare in giudizio e di comprendere le domande che gli vengono rivolte, né, tantomeno, le conseguenze delle sue dichiarazioni.
Nessuna impronta,nessun movente, nessun riscontro oggettivo, oltre al forte dubbio che si trattasse di suicidio, ma solo ed esclusivamente poche parole sconnesse pronunciate dall’indagato, sono state sufficienti ad elevare una imputazione di omicidio. “Una”confessione” – dice il Legale – resa da una persona incapace. Finalmente si aprono le porte del carcere e Verdoliva potrà essere curato e di questo sono felice”.