“Le ricostruzioni della procura prospettano un sistema strutturato di clientele che inquina l’immagine delle istituzioni locali ed appare di una gravità assoluta. L’inchiesta ricostruisce circostanze che fanno capo al Consigliere Regionale di Campania Libera Nino Savastano, tra l’altro anche assessore alle politiche sociali del comune di Salerno, che è finito agli arresti domiciliari a causa dei presunti appalti illeciti concessi dall’amministrazione comunale alle società cooperative. Usare il sistema degli appalti per indirizzare risorse a favore di alcuni soggetti predeterminati è una pratica che va, se provata, condannata senza sconti”. E’ quanto dichiara il senatore salernitano del Movimento 5 Stelle Andrea Cioffi, in merito all’inchiesta che ha coinvolto anche il sindaco di Salerno Enzo Napoli e ha portato all’arresto del consigliere regionale Nino Savastano.
L’indagine
“Se il procuratore s’ scet’ (si sveglia) ci viene a prendere a tutti quanti”. Sapevano di essere sorvegliati a distanza i presidenti delle 8 cooperative tutte riconducibili a Fiorenzo Zoccola, detto Vittorio, presidente di fatto di una delle cooperative, colpito oggi da ordinanza di custodia in carcere, ma gestore di tutte le altre.
Si tratta di cooperative sociali che di fatto però sociali non erano perché veniva meno il requisito essenziale ovvero l’inclusione del 30% di lavoratori bisognosi. Le cooperative avevano in gestione la manutenzione ordinaria e conservativa del patrimonio del Comune di Salerno per un valore stimato di 1.600.000 € l’anno. L’indagine della Procura di Salerno, che oggi ha potato la Squadra Mobile all’esecuzione dei provvedimenti, riguarda il periodo dal 2012 ad oggi, ma affonda anche nel passato fino alla vicenda del 2002 per la quale fu assolto Nino Savastano assessore alle politiche sociali del Comune di Salerno e consigliere regionale che finisce agli arresti domiciliari e Luca Caselli, dirigente del settore ambiente, accusato di induzione indebita sulla gara che ha assegnato la vigilanza di Piazza della libertà.
Risultano indagati tra gli altri anche il sindaco Vincenzo Napoli e Felice Marotta, ex dirigente comunale, oggi in pensione e da sempre uomo di fiducia di Vincenzo De Luca e l’ex presidente di Salerno Pulita.
Divieto di dimora nel Comune di Salerno per i sette presidenti delle cooperative. Le accuse sono reati di associazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti inerenti l’aggiudicazione delle gare. Gare sulle quali aveva messo gli occhi anche l’Anac che già nel 2019, aveva segnalato l’irregolarità delle procedure che frazionavano i singoli appalti. Per Zoccola e Savastano il reato è anche di corruzione elettorale in riferimento alle elezioni regionali del 2020. L’indagine che ha visto al lavoro il procuratore Giuseppe Borrelli e il pm Cannavale ha focalizzato l’attenzione anche sulla gara del 2020. L’interruzione del bando che ha fatto seguito a delle perquisizioni, destò preoccupazione tra i componenti delle cooperative che erano riusciti ad essere pagati e ad andare oltre la proroga facendo includere i servizi che svolgevano in attività essenziali durante il lockdown.
Nell’inchiesta c’è anche la denuncia di Mimmo Ventura il consigliere comunale ex deluchiano che alle recenti elezioni amministrative in contrasto con l’attuale amministrazione ha deciso di passare all’opposizione risultando ora eletto nella lista di fratelli d’Italia.