AGROPOLI. Il Professore Fabio Mangone , ordinario di Restauro e storia dell’architettura, architetto e dottore di ricerca in Storia dell’architettura, coordinatore del dottorato in architettura, premio in ARCH Edoardo Persico.
Nell’ambito delle iniziative della rassegna culturale di settembre ad Agropoli, presenta il giorno 19 alle ore 19,30 nella sede del Castello Aragonese, il suo ultimo ed importante lavoro “ “La scoperta dell’antico in Campania tra settecento e ottocento -L’archeologia come fondamento scientifico dell’architettura moderna.
Il Professore Mangone, componente del Comitato Scientifico del Parco Archeologico di Paestum
Il professore che su nomina del Ministero dei Beni Culturali è anche componente del Comitato Scientifico del Parco Archeologico di Paestum e Velia, oltre che di storia dell’arte moderna e contemporanea, di storia urbana e di beni culturali, si occupa di architettura europea dell’Ottocento e del Novecento, di centri storici, di restauro del paesaggio.
Il professore Mangone ha pubblicato numerosi volumi monografici e saggi in prestigiose sedi; ha scritto voci per dizionari scientifici, e collabora con assiduità a importanti riviste specialistiche.
Ecco come è articolata la sua opera
Il volume viene ad arricchire un suo già ricco e prezioso patrimonio di testi in materia, (ben 46 nel solo periodo 2011/2015) nei quali il nostro ha dato un contributo determinante inteso a chiarire il valore e le ragioni della tendenza culturale del neoclassicismo che ha nei templi di Paestum un punto nodale.
Monumenti che hanno acceso un ampio dibattito nel contesto delle importanti scoperte della metà del 1700 dell’area Campana tra cui i siti di Ercolano e Pompei.
Il volume della nota casa editrice di Roma “L’erma di Bretschneider” (Hermes, Heritage, Restauro e Storia ) ci introduce sul sistema dell’archeologia campana nell’età delle scoperte, ci parla della presenza di Winckelman nel regno di Napoli, del Tempio di Nettuno, di Pompei e di quel tanto altro , che si può ben dire la ricchezza umanistica e storica , dicasi petrolio, della nostra Regione di cui il libro dà uno spaccato forte.
Nel libro si ritrovano citati i nomi e le opere di tutti gli intellettuali Europei e nazionali che hanno avuto a cura il tema dei beni culturali nel periodo trattato in rassegna; che hanno dato luogo ad un largo ed approfondito dibattito alla scoperta della sacralità e della storia che li ha prodotti e delle tendenze culturali sopravvenute.
Insomma, una lettura attenta, pur se spinta dalla curiosità di un profano, riesce a trasferire in maniera prepotente la sensazione di grandezza che ha segnato queste scoperte capaci di far capire quanta attenzione è derivata al nostro paese da mezza Europa nella fase storica delle ricerche e di quanta ammirazione siamo stati gratificati.
L’Autore cita in questo volume scambi culturali, studi e progetti scientifici di numerosi studiosi tra cui vanno ricordati, tra gli altri: Gabriella Cianciolo, Paola D’Alconzo, Salvatore Di Liello, Luigi Gallo, Paolo Giulierini, Andrea Maglio, Paolo Mascilli Migliorini, Andrea Milanese, Massimo Osanna, Andrea Pane,Renata Picone, Federico Rausa, Giorgio Rocco, Valentina Russo, Massimiliano Savorra, Gabriel Zuchtriegel.