VALLO DELLA LUCANIA. Dal Cilento a Como. Continua l’indagine sul giro di diplomi falsi, nata da un’inchiesta della Procura di Vallo della Lucania. L’attività investigativa era partita da un istituto professionale di Castellabate per poi estendersi in varie località italiane per raggiungere soggetti che avevano ottenuto attestati per avere un posto di lavoro in scuole pubbliche.
Diplomi falsi: l’indagine a Como
Tra le Procure chiamate ad accendere i riflettori sul caso anche quella di Como che ha al vaglio la posizione di otto persone, già destinatarie dell’avviso di conclusione indagini. Sono accusate di falso materiale e ideologico, e truffa ai danni dell’ente pubblico, il Ministero della Pubblica Istruzione.
Gli indagati sono per lo più campani: (tre del napoletano e 2 del salernitano). Sei degli otto soggetti destinatari dell’avviso conclusione indagine avrebbero ottenuto ingiustamente un impiego e uno stipendio a partire dal 2017; altri due pur avendo presentato domanda con un attestato di diploma ritenuto falso, non avevano ottenuto incarichi.
L’inchiesta
Complessivamente erano stati oltre 340 gli indagati nella maxi inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania sul “diplomificio“che aveva base nel Cilento.
Al centro delle indagini estese in tutta Italia da Reggio Calabria a Torino le attività svolte da istituti professionali di Castellabate. Questi negli anni avrebbero sfornato centinaia di falsi diplomi. A coordinare l’attività il procuratore Antonio Ricci. In azione i carabinieri della compagnia di Agropoli, guidati dal capitano Fabiola Garello.