Medicina

L’ambliopia, ovvero la sindrome dell’occhio pigro

La nostra rubrica con l'oculista dott. Umberto De Marco

Umberto De Marco

30 Maggio 2021

L’ambliopia è una condizione caratterizzata dall’indebolimento della vista in un occhio. Il disturbo, noto anche come “occhio pigro”, è la principale causa di disabilità visiva tra i bambini; è una condizione che interessa il 4% della popolazione mondiale ed è caratterizzata da una riduzione più o meno marcata della capacità visiva di un occhio o, più raramente, di entrambi.
Consiste in un deficit dell’apparato visivo: il cervello, non riuscendo a interpretare correttamente le informazioni che gli giungono, disattiva – parzialmente o del tutto – i segnali che provengono da uno dei due occhi. In breve si può dire che dipende da un’alterata trasmissione del segnale nervoso tra l’occhio e il cervello per cui il cervello privilegia un occhio a causa della ridotta acuità visiva dell’altro.

Più frequentemente monolaterale, l’ambliopia può essere determinata da patologie oculari che, durante lo sviluppo dell’apparato visivo in età infantile,impediscono allo stimolo luminoso di raggiungere la retina
Nella maggioranza dei casi, però, si presenta in occhi perfettamente integri dal punto di vista anatomico.

Se non corretta per tempo può causare la perdita della capacità visiva di uno o di entrambi gli occhi.
Il risultato finale di tutte le forme di ambliopia è un deficit dell’acuità visiva nell’occhio ambliope; l’entità di tale difetto può essere lieve o grave. Ciò significa che viene meno la visione binoculare tridimensionale: non si riescono più ad apprezzare né la profondità né le distanze degli oggetti.
Le cause più comuni dell’ambliopia sono:

  • Anisometropia, cioè una differente refrazione tra i due occhi
  • Lo strabismo, cioè un anomalo allineamento degli occhi, provocato da un difetto dei meccanismi neuro-muscolari che ne controllano i movimenti
  • Cataratta congenita o altre patologie oculari

I sintomi dell’occhio pigro sono molto raramente riferiti dal paziente perché è spesso troppo piccolo per denunciare una vista inferiore in un occhio rispetto all’altro. E’ per questo motivo che si raccomanda di effettuare una prima visita oculistica al bambino, anche in assenza di sintomi, entro i 3-4 anni di età.
I bambini più grandi invece possono lamentare

  • Difficoltà di visione in un occhio
  • Movimento involontario di un occhio verso l’interno o verso l’esterno: in alcuni casi si può notare che un occhio guarda in una direzione diversa rispetto all’altro (questo potrebbe essere dovuto ad uno strabismo)
  • Scarsa percezione della profondità: i bambini con un occhio pigro, di solito, hanno problemi a giudicare con precisione la distanza tra sé e gli oggetti.

Gli esami per la diagnosi di ambliopia sono:

  • Visita oculistica
  • Valutazione ortottica con studio della motilità oculare

La terapia anti-ambliopica va impostata il più presto possibile in stretta collaborazione con gli ortottisti. La prima cura consiste nel correggere il difetto visivo o eliminare gli ostacoli che impediscono la corretta visione. Si deve poi cercare di far lavorare l’occhio pigro; per fare questo generalmente si copre l’occhio sano (bendaggio dell’occhio dominante).

L’occlusore è un cerotto adesivo che si mette da due a sei ore al giorno, nell’arco da 6 mesi a 2 anni, intorno all’occhio “funzionante”, con o senza occhiali da vista a seconda dei casi, per allenare l’altro occhio pigro, costringendolo a compensare la visione

Deve sempre essere accuratamente personalizzato da un medico oculista. In linea generale, bambini con miopia, ipermetropia e astigmatismo possono essere curati se rapidamente diagnosticati e trattati. Lo stesso vale per l’ambliopia organica ma la prognosi varia molto a seconda del tipo specifico di malattia oculare.

Per un genitore è molto difficile accorgersi se uno dei due occhi veda meno, soprattutto quando non è presente uno strabismo.Quindi il modo migliore per affrontare l’ambliopia è prevenirla mediante visite oculistiche pediatriche, eliminando tutte le cause che possono provocarla

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