CASTELLABATE. Con sentenza pubblicata lo scorso 29 marzo, il Tar Salerno ha accolto il ricorso del Principe Granito di Belmonte contro il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
I fatti oggetto del procedimento risalgono allo scorso anno allorquando il privato avanzò la necessità di procedere al taglio di alberi (nello specifico degli eucalipti) presenti nella proprietà di Licosa, al fine di diminuire la presenza di specie aliene e favorire il rinfoltimento di quelle autoctone che caratterizzano l’area, ovvero i pini.
Taglio a, la proposta
Il Piano di gestione forestale presentato dal privato nell’ottobre scorso, “prevedeva interventi di diradamento selettivo o rinfoltimento di esemplari di pino pericolanti e di eucalipto, di riorganizzazione e manutenzione della viabilità agro-silvo-pastorale, di sistemazione idraulico-forestale, di ricostituzione e miglioramento dei soprasuoli forestali degradati, di difesa dagli incendi boschivi, di manutenzione dei soprasuoli artificiali e di valorizzazione turistica”.
Per il Parco, però, gli interventi di taglio degli alberi richiesti dal privato sono “a carico di una componente forestale storicamente consolidata nel paesaggio”. Insomma gli eucalipti, secondo l’Ente, non potevano essere considerati “estranei o infestanti” e il Piano di gestione forestale risultava in contrasto con le previsioni del Parco.
Esso, inoltre, prevedeva interventi in zona di Riserva Integrale “laddove le “esigenze di protezione del sottosuolo, flora e fauna prevalgono su ogni altra cosa”.
La decisione del Tar
Di diverso avviso il Tar che ha espresso parere favorevole al ricorso presentato dal principe Granito di Belmonte evidenziando come il Parco, nel bocciare il Piano di Gestione Forestale, “non ha esplorato e prospettato la praticabilità di soluzioni alternative al taglio radicale ovvero all’integrale mantenimento in loco degli eucalipti che in qualche modo compensassero le esigenze di mitigazione dei fenomeni antagonistrici indotti da tale specie recalcitrante a discapito della preesistente pinea mediterranea con l’opportunità di salvaguardarne la presenza quale elemento ormai connmotativo per stratificazione dell’habitat naturale”.
I giudici propongono anche degli esempi risolutivi come “la delimitazione del diradamento selettivo ai soli esemplari di eucalipto ubicati in posizioni direttamente e immediatamente dannose per la sopravvivenza delle più risalenti essenze arboree autoctone, anche mediante espianto e reimpianto degli stessi dall’area di pineta ad altra area”.
Accolto quindi il ricorso del proprietario e annullato il provvedimento del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.