L’appello si fa sempre più insistente. È necessario rafforzare le misure in tutto il Paese per “contenere” la diffusione delle varianti del Covid. Come riporta l’Ansa, con il governo che deve ancora ottenere la fiducia in Parlamento, gli esperti rilanciano l’allarme: dall’Istituto superiore di Sanità al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie fino al Comitato tecnico scientifico, l’input è sempre lo stesso.
Un messaggio chiaro che potrebbe portare ad un’ulteriore stretta e che l’esecutivo valuta, come conferma il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini al termine della riunione con il Cts. “La pandemia è ancora forte, non si può scherzare. Se è necessario fare scelte di rigore si fanno”.
Una notizia, questa, che sta causando non pochi malumori, anche tra gli stessi esponenti politici. Ma gli studi sembrerebbero indicare la necessità di rafforzare le misure.
Necessario rafforzare le misure: lo studio dell’ISS
“La diffusione di varianti con maggiore trasmissibilità – dice lo studio dell’Iss – può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata”. Una posizione che è sulla stessa linea di quella del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc).
“La situazione è molto preoccupante” sottolinea la direttrice Andrea Ammon, che poi avverte: bisogna mantenere o “addirittura rafforzare le misure, altri nei prossimi mesi potrebbe esserci un “aumento significativo dei casi e dei decessi”.
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Le richieste del Cts
Già nel verbale di venerdì, dunque, il Cts aveva sottolineato la necessità di un “rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento delle misure”, sia a livello nazionale che locale, “evitando ulteriori misure di rilascio”. Un messaggio che era arrivato fin dentro il Consiglio dei ministri di sabato e che ha portato all’ordinanza di chiusura delle piste da sci.
Le proposte degli scienziati
Rafforzare le misure si, ma come intervenire? Su questo gli scienziati non sono così compatti. L’appello del consulente del ministro Speranza, Walter Ricciardi – lockdown totale per un periodo di tempo limitato – è stato raccolto dal virologo Andrea Crisanti e dall’infettivologo del Sacco di Milano Massimo Galli, secondo il quale però una chiusura totale avrebbe senso se accompagnata da una vaccinazione di massa. Favorevole anche il Gimbe: “senza un lockdown totale per due settimane bisognerà continuare con gli stop and go per tutto il 2021”.
Di altro avviso il direttore dello Spallanzani Francesco Vaia e l’assessore alla salute della Puglia Pierluigi Lopalco, secondo i quali servono chiusure “chirurgiche e selettive”.
Le scelte del governo
Come si muoverà il nuovo governo? La linea la darà il premier Mario Draghi in Senato, indicandola assieme all’altro pilastro della lotta al virus, la campagna di vaccinazione di massa che il professore ha già fatto sapere essere una priorità per il Paese. Ma prima ci sono almeno altri due nodi da sciogliere: il pressing del centrodestra nel governo per mettere all’angolo il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, e il rapporto con le Regioni, già provato da un anno di contrasti con Roma e ora a rischio di deflagrare.