AGROPOLI. “L’amministrazione comunale di Agropoli fa acqua da tutte le parti…meno che nelle scuole primarie della città”. Usa l’ironia Giovanni Basile, presidente dell’associazione Camelot e già coordinatore della Lega, per descrivere le modalità con cui l’amministrazione agropolese ha gestito l’emergenza idrica. A causa di un guasto improvviso, infatti, per due giorni i rubinetti in città sono rimasti a secco. Oltre ai problemi per le utenze domestiche e per le attività, non sono mancati disagi nelle scuole.
“Il giorno 11 e il giorno 12 il comparto della scuola primaria è rimasto senz’acqua. Si è dovuto supplire con delle cisterne dell’Agropoli Cilento Servizi – spiega Basile – Il sindaco per non certificare la sua incapacità nel gestire questo problema cerca di delegare delle scelte al dirigente scolastico che non ha competenze in questa materia, perché se il sindaco non provvede a chiudere le scuole, la dirigente non può fare niente”.
Le scuole, quindi, nonostante l’assenza d’acqua, sono rimaste aperte ma ben presto hanno terminato la risorsa disponibile grazie ai serbatoi: “già dalle prime ore sia alla scuola Landolfi che il plesso del Lungomare sono rimaste senz’acqua, si è quindi cercato di ricorrere con delle cisterne per riempire i serbatoi, ma poi si è ripresentato lo stesso problema”.
Insomma la scelta dell’amministrazione comunale di tenere aperte le scuole intervenendo con un’autobotte è giudicata inefficace soprattutto alla luce del fatto che gli istituti cittadini hanno dei serbatoi che paiono del tutto insufficienti rispetto alla popolazione scolastica.
“Ma non è più normale valutare la possibilità di incrementare i serbatoi anziché intervenire con le autobotti?”. Questa la domanda che si pone Basile.