Il nostro viaggio alla scoperta dei borghi continua con l’esplorazione di Cicerale, un piccolo centro d’origine medievale che domina sul corso del fiume Alento. Degno di nota è il cece da cui prende nome il piccolo comune. L’origine del toponimo Cicerale deriva dal latino cicero (cece), o da fundus ciceralis, luogo in cui si coltivano i ceci; Questo riconoscimento è verosimilmente dimostrato dal motto che campeggia nello stemma comunale: Terra quae cicera alit, (Terra che nutre i ceci).
Le proprietà e gli usi
Il cece di Cicerale è piuttosto piccolo ed è caratterizzato da un colore leggermente più scuro rispetto alla norma; Dopo la cottura tende notevolmente ad ingrossarsi e grazie al suo basso contenuto di umidità riesce a conservarsi a lungo dopo la raccolta. La tradizione popolana racconta che gli abitanti del villaggio, tornando una sera dai campi scorsero la loro dimora in fiamme e decisero di fermarsi lì dove al mattino avevano seminato i ceci. Da allora il territorio è estremamente dedito alla coltura del cece. La sua coltivazione è antichissima e le sue regole produttive sono rimaste invariate nel tempo. Quando il seme è maturo le piante vengono estirpate, poggiate su sacchi di iuta, coperte e poi abbacchiate con grossi bastoni di legno. I baccelli vengono separati per la ventilazione e infine confezionati. Da luglio 2012 è diventato presidio Slow Food, è molto apprezzato per le sue qualità organolettiche ed è impiegato in numerose ricette. Il piatto tipico per eccellenza e che potrete degustare durante la permanenza in questo borgo sono le lagane con i ceci, tagliatelle irregolari ottenute dall’impasto di farina, acqua e un pizzico di sale che accompagnano i ceci messi a bagno per una notte intera, poi lessati con sedano, cipolla e alloro e infine conditi con olio extravergine di oliva. Inoltre si producono cereali, olive, uva da tavola e ortofrutticoli. Attivo è il commercio di bestiame e fichi secchi, che vengono anche esportati.I fichi secchi ricoperti di cioccolato o ripieni di mandorle, noci e scorze di arancia o limone rappresentano una specialità di tutto il Cilento.
Dal punto di visto storico – artistico
Sebbene il toponimo Cicerale sia di formazione tardo antica, del centro abitato non si hanno notizie prima del XV secolo. Luculo, Monte Cicerale e Corbella sono i tre insediamenti che hanno dato vita a questo paese e che hanno avuto origine in seguito alla fuga dalle zone costiere, rese pericolose dall’imperversare delle incursioni saracene. Il suo territorio ricadeva in epoca longobarda nel gasgaldato di Lucania. Così come più tardi, in epoca normanna, fece parte della Contea di Capaccio.
Il villaggio di Cicerale si formò certamente in epoca sveva o, quantomeno, nella prima età angioina. Esisteva già nel periodo normanno ed apparteneva al territorio di Monteforte Cilento. Fu quindi dei Sanseverino, dei Signori di Monteforte, e nuovamente dei Sanseverino. Il feudo passò nel 1565 ai Gentilcore, che contribuirono alla fondazione di un monastero agostiniano, e poi ai Primicile. Per quanto riguarda l’arte ci sono le prove che Edgar Degas – il più grande dei pittori impressionisti – ha vissuto per tanti anni a Cicerale e ha fatto una gran delle opere, tutta la ritrattistica. L’intenzione sarà quella di realizzare un museo open air per rendere omaggio a questo grande pittore e scultore e dare un risalto maggiore ad un paese pieno di risorse.