Un’interrogazione al Ministro della Giustizia Andrea Orlando e un appello alla chiesa. Ecco l’iniziativa del Codacons dopo la soppressione del carcere di Sala Consilina.
Dopo la notizia della soppressione della Casa Circondariale di Sala Consilina, il Codacons ha deciso di rivolgere un appello al Ministro della Giustizia attraverso un’interrogazione ma anche alla Chiesa cattolica affinché “sensibilizzi i propri massimi livelli”. “Infatti – si legge in una nota firmata da Roberto De Luca, rappresentante dell’associazione consumatori valdianesi – quei quaranta fratelli detenuti in via Gioberti saranno presto trasferiti in altri istituti carcerari italiani” dove le condizioni di vita non sono ottimali.
Ecco il testo della missiva al Ministro della Giustizia Andrea Orlando:
Si premette che la Casa Circondariale di Sala Consilina, un ex convento mantenuto in buono stato, ha ospitato detenuti in celle di grandi dimensioni che avevano dai 4 ai 6 letti a castello. Il bagno, con normale porta divisoria, era presente in tutte le celle. In passato, nella stessa Casa Circondariale, sono state messe in cantiere attività volte alla partecipazione dei detenuti alla vita sociale, culturale e ricreativa. Infatti, si sono organizzati corsi per la lavorazione dell’argilla e per il riciclo della carta e attività teatrali con attori scelti tra i detenuti stessi.
Nel carcere di Sala è stato per lungo tempo in vigore il regime delle celle aperte e i detenuti potevano trascorrere in media otto ore fuori dalla cella. Erano circa 40 i posti a disposizione dell’istituto e si poteva (e si doveva, forse) pensare di avere più spazio con investimenti minimi per rendere la struttura compatibile con i criteri di economicità previsti dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Nonostante negli ultimi anni non si siano segnalati eventi critici, questo quadro ottimale non è stato, evidentemente, sufficiente a scongiurare la soppressione dell’istituto da parte del Ministero della Giustizia.
Si ricorda che, in applicazione della legge di riordino della geografia giudiziaria, l’ex-tribunale di Sala Consilina è stato già trasferito in una regione limitrofa, la Basilicata.
Si chiede di sapere se non sia economicamente e – soprattutto – socialmente più conveniente mantenere in vita la struttura, ampliandone la capacità ricettiva, piuttosto che eliminare un altro punto di presenza dello Stato Italiano nel Vallo di Diano, in provincia di Salerno, nella regione Campania.