Ennesima vittoria per la Bcc di Aquara convenuta in giudizio, dinanzi al Tribunale di Lagonegro, da un correntista che nel 2011 lamentava l’applicazione di interessi anatocistici ed ultralegali, in violazione dell’art. 1283 codice civile, nonché spese e commissioni non dovute. La causa è proseguita sino al secondo grado di giudizio. Il Magistrato designato emette la Sentenza il 13 luglio 2020, in cui condanna il correntista al pagamento in favore della Bcc di Aquara delle spese di giudizio sia del primo grado che dell’appello, nonché delle spese della Consulenza Tecnica d’ufficio.
Si ritorna sul tema della giustizia considerata sempre più lenta, che ha impiegato ben 9 anni per decidere quanto possa essere pretestuosa la domanda della ripetizione delle somme da parte di clienti che essendo in momentanea difficoltà utilizzano tali espedienti per guadagnare tempo, inconsapevoli che tali pretese infondate possano produrre maggiori spese, sia per il giudizio in se, sia per le competenze maturate dall’avvocato incaricato.
Nonostante le lungaggini della giustizia, la Bcc di Aquara è sempre vittoriosa, dimostrando la propria trasparenza e correttezza nei rapporti con i clienti. “Siamo sempre disponibili” dichiara l’avv. Lippiello, Responsabile dell’Ufficio Legale, “Ci risulta sempre molto difficile comprendere le motivazioni che spingono un cliente a tali espedienti, considerate le ingenti spese a cui si va incontro, atteso che l’Ufficio Legale è sempre aperto ad ogni transazione di comune soddisfazione.
Laura Lippiello, Responsabile dell’Ufficio Legale
Le somme che vengono utilizzate per questi giudizi lunghi e costosi, potrebbero bastare a consolidare un accordo, un piano di rientro, una transazione che metta il cliente nelle condizioni di pagare agevolmente e contestualmente non provochi perdite per la Banca. Ripeto sempre ai nostri clienti, come a tutti coloro che restano legati ad un’idea di Banca così come viene troppo spesso presentata da messaggi mediatici: i soldi che prestiamo ai soci ed ai clienti, non appartengono alle Banche, bensì ai risparmiatori, che ci hanno scelti per custodirli.
Questa è la ragione principe che ci farà andare sempre fino in fondo nel recupero dei crediti. Restituire i prestiti è un fatto etico, non solo verso la banca, ma anche e soprattutto verso il prossimo”.