Morto in un ospedale cilentano senza la possibilità di avere accanto le persone che più amava a causa dell’emergenza coronavirus e delle rigide regole che essa impone di seguire. La vittima è un uomo della zona che da anni combatteva contro un tumore. Da tempo veniva sottoposto a terapie; accanto aveva sempre i suoi affetti che non lo hanno mai abbandonato. Questa volta, però, a causa del covid che ha reso i presidi sanitari off limits, in ospedale è entrato da solo senza la possibilità di avere alcun contatto con l’esterno e qui è venuto a mancare, senza che i familiari potessero seguire l’evoluzione della sua malattia, confrontarsi con i medici e rivolgergli un ultimo saluto.
Il grido di rabbia e dolore per questa situazione arriva da una donna che ha perso il fratello: “mio fratello – racconta – combatteva con un cancro da 15 anni, lui era una persona forte e con una grande dignità, aiutava sempre chi aveva più bisogno prestando la sua professione. È capitato tante volte che non si sentiva bene, lo portavo in ospedale, gli facevano delle flebo e si riprendeva; fino al 22 ottobre, giorno in cui in ospedale ha tirato il suo ultimo respiro. Il 15 ottobre si sentiva debole ma era lucido e coordinato nei movimenti, decisi di portarlo in ospedale come sempre avevo fatto ed inizia il calvario”.
“Per le restrizioni anti-covid – ricorda la donna – non ho più avuto modo di poterlo vedere, i primi due giorni sono riuscita a sentirlo al telefono poi anche questo è venuto a mancare, tramite qualche amicizia ho potuto sapere che le sue condizioni erano stabili, niente di più grave delle tante altre volte che era successo. Ma poi ha iniziato a non rispondere più al telefono”.
“Una sera rispose un’infermiera al suo telefono cellulare e mi disse che stava bene, lei mi sentì agitata e mi chiese se avessi voluto che facesse una videochiamata per tranquillizzarmi – racconta la sorella della vittima – A quel punto mi accorsi che mio fratello respirava a fatica e sul comodino vidi il vassoio con il pranzo ancora sigillato, presumibilmente veniva alimentato artificialmente ma di questo non sono stata informata. Chiesi all’infermiera il motivo per cui lui respirava a fatica e la risposta fu: “suo fratello dormiva e si è svegliato all’improvviso”, non ho potuto che credere a quelle parole ma il mattino a seguire il trillo del telefono mi avvisa del decesso di mio fratello“.
“Sentire il governatore Vincenzo De Luca inveire indignato contro chi ha denunciato il degrado al pronto soccorso del Cardarelli mi riempie di rabbia perché adesso i degenti negli ospedali sono abbandonati e io non ho potuto tacere per ciò che ho vissuto”.
Si tratta di storie che non si vorrebbero raccontare, ma che purtroppo sono frequenti in questo periodo di emergenza. Ci sono addirittura malati oncologici a cui sono state rimandate terapie o interventi a causa della situazione in cui versano le strutture ospedaliere a causa del coronavirus.