Riduzione del personale della Soprintendenza, ecco la controproposta dei sindacati
Il Decreto Ministeriale che riduce drasticamente il personale della Soprintendenza BEAP di Salerno e Avellino ha creato fibrillazioni tra i lavoratori e non solo. La paventata attuazione di un simile progetto comporterebbe immediatamente l’impossibilità di garantire le indispensabili funzioni di tutela e di valorizzazione del grande patrimonio culturale presente sul territorio. Sulla questione
si registra l’intervento di Michele Faiella, dirigente della Cisl Fp Beni Culturali di Salerno.
“Creare da subito una sede periferica a Salerno del Polo Museale della Campania – sintetizza Faiella – considerato che lo stesso Ufficio periferico già gestisce in provincia sedi importanti come la Certosa
di Padula e i musei archeologici di Eboli e Sarno. In città, infatti, sia il Complesso Monumentale di San Pietro a Corte (sito attenzionato dall’UNESCO in attesa di diventare patrimonio dell’umanità, ndr) che il Museo Virtuale della Scuola Medica Salenitana potrebbero passare, senza grossi problemi, sotto la guida del Polo con l’utilizzo del personale della Beap in esubero: addetti alla vigilanza, funzionari storici dell’arte, alle tecnologie e amministrativi. Per quanto riguarda invece l’individuazione della sede degli uffici a Salerno, oltre alla disponibilità dei locali di Palazzo Ruggi e d’Avossa già in uso alla Soprintendenza Beap, si potrebbe immaginare, una volta
verificato con il comune, anche di avere qualche altra stanza a Palazzo Fruscione, visto che già esiste un protocollo per la fruizione dei locali terranei in funzione dell’apertura di San Pietro a Corte”.
Una proposta quella di Faiella in linea con i dettati della Riforma Ministeriale: Tutela alle Soprintendenze e Valorizzazione ai Poli Museali, che sarà meglio esplicitata nella prossima riunione che si terrà presso l’Archivio di Stato di Salerno il 20 novembre 2015 con Cgil, Cisl, Uil e Unsa. All’incontro sono stati invitati anche i rispettivi coordinatori nazionali di settore: Claudio Meloni (Cgil), Daniela Volpato (Cisl), Enzo Feliciani (Uil) e Giuseppe Urbino (Unsa).