CAPACCIO PAESTUM. Era il maggio dello scorso anno quando a Paestum, durante degli scavi riemersero dal sottosuolo i resti di Porta Aurea (leggi qui). L’antico accesso nord della città antica era sepolto sotto la SS18 e i lavori dell’Enel lo hanno riportato alla luce la scorsa primavera. Immediato l’intervento di comune, Soprintendenza e Parco Archeologico. Sono trascorsi sei mesi da allora e lo scavo resta ancora lì, recintato, con i resti dell’antica pavimentazione e del blocco di calcare locale di uno dei due pilastri su cui poggiava l’arco della morta in bella mostra così come le tubazioni.
Una situazione che fa storcere il naso a qualcuno. All’interno dello scavo è all’interno anche un accumulo di acqua che sprigiona cattivi odori. C’è chi ipotizza si tratti di reflui provenienti dalla fognatura. Non certo un bello spettacolo, insomma, per quanti in questi mesi hanno visitato l’area archeologica (attualmente chiusa in virtù del nuovo Dpcm).
Ecco che qualche cittadino si appella al Parco Archeologico, ma anche al Comune di Capaccio Paestum e all’Asl affinché si intervenga. “Stiamo parlando di un gravissimo problema sanitario da non sottovalutare in quanto si tratta di perdite eccessive dalla condotta fognaria”, denuncia un cittadino.