Il 23 ottobre 2020, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore, i Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali per i reati di falso, truffa, riciclaggio, sostituzione di persona e possesso di documenti falsi. In particolare, come richiesto dalla Procura, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Nocera Inferiore ha disposto la misura degli arresti domiciliari a carico di un quarantottenne di origini calabresi residente ad Agropoli, nonché la misura interdittiva del divieto di esercizio di impresa per la durata di dodici mesi a carico di un sessantaduenne imprenditore di San Valentino Torio.
Per il delitto di riciclaggio del denaro provento dell’operazione fraudolenta, contestato nei confronti dei predetti soggetti e di un terzo complice, un trentacinquenne di Novara, veniva parallelamente disposto il sequestro preventivo di denaro e beni nella loro disponibilità, fino alla concorrenza dell’ingente somma di oltre 280mila euro illecitamente sottratta alla vittima.
Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Angelo Rubano – sviluppatesi attraverso l’assunzione di informazioni, acquisizioni documentali, individuazioni fotografiche, accertamenti bancari, nonché analisi del traffico telefonico e dei pagamenti effettuati con carte di credito – hanno consentito di scoprire gli autori di una sofisticata truffa ordita dagli indagati nei confronti di un ventinovenne originario di Agropoli, affetto da tetraparesi spastica, con disabilità al 100%, al quale era stato sottratto il valore di una polizza sottoscritta a causa della patologia sofferta.
Le attività sono state avviate a seguito della denuncia presentata della sorella, tutrice della vittima, dopo aver ricevuto la comunicazione da parte della compagnia assicurativa dell’avvenuto svincolo della somma pari ad oltre 280.000 euro. Dagli accertamenti conseguiti, è emerso che il principale artefice del raggiro, con la complicità di una donna – rimasta finora non identificata – sostituitasi alla sorella della vittima, si era recato presso un’agenzia assicurativa a Novara, munito di documenti falsi, per richiedere il riscatto della somma.
L’arrestato, in particolare, aveva creato una falsa autorizzazione del Presidente del Tribunale di Vallo della Lucania, quale Giudice Tutelare competente, mediante la quale aveva indotto l’operatore a ritenere che la predetta Autorità avesse disposto lo svincolo del denaro. La somma, così sbloccata, al fine di riciclarla, è stata poi trasferita per gran parte su un conto corrente intestato a una società con sede a Pagani facente capo all’imprenditore oggetto della misura interdittiva. Il sequestro dei beni degli indagati, la cui individuazione e stima è tuttora in corso di svolgimento, è finalizzato ad assicurare il prodotto del reato, fino alla concorrenza del valore illecitamente sottratto alla vittima, in vista della futura confisca per equivalente all’esito del giudizio.