VALLO DELLA LUCANIA. Il Consiglio Direttivo del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è pronto ad avviare l’iter che porterà la nomina del nuovo direttore. Si tratta di una carica che viene scelta dal Ministero dell’Ambiente sulla base di una rosa di tre candidati proposti dal Consiglio Direttivo. Questo dovrà fornire le sue indicazioni attingendo dall’elenco degli idonei istituito presso il Ministero stesso. Attualmente il direttore del Parco Nazionale è Romano Gregorio, sindaco di Laurino, già vice direttore dell’Ente Parco dal 1997.
Il suo contratto da direttore, iniziato nel 2018, scade il prossimo 30 giugno e in vista di questo termine l’Ente ha deciso di avviare l’iter per dotarsi della rosa di tre nomi. C’è il via libera ad un avviso pubblico per le candidature: chiunque abbia interesse potrà partecipare, purché iscritto all’albo degli idonei del Ministero.
I nuovi Parchi vengono istituiti con la legge quadro 394 del 1991, l’Ente Parco come organismo di gestione viene istituito con il DPR del 1995 ma di fatto si inizia a muovere i primi passi nella seconda metà del ’96, inizio ’97 sostanzialmente.
Direttore Gregorio riproporrà la sua candidatura?
«Assolutamente sì. È il mio obiettivo! Non è una cosa che faccio così, a cuor leggero, ma è il mio lavoro a cui tengo moltissimo e che svolgo con grande passione dal giugno del ’97, quando praticamente questo Ente stava prendendo vita. In questi anni siamo riusciti, l’Ente è riuscito, a dare una identità territoriale al Cilento e a farlo conoscere al di fuori dei confini regionali, nazionali grazie alle varie azioni messe in campo di tutela, conservazione e promozione e sviluppo del territorio e del nostro ambiente».
Come è cambiato il Parco del Cilento in questi anni?
«Si è passati da una prima visione fortemente integralista della conservazione ad una visione più antropologica, a misura e a dimensione umana, cioè con la partecipazione dell’uomo. Anche perché la sperimentazione di questi Enti nati negli ultimi 25 anni era proprio creare dei Parchi fortemente antropizzati a differenza, ad esempio, di quelli americani o di quelli storici, ce n’erano 4 in Italia, in questi ultimi anni la scommessa di coniugare la conservazione della natura con la presenza dell’uomo è stata vinta. Dopo le fasi iniziali adesso credo si accetti di buon grado, anche dietro gli eventi catastrofici degli ultimi anni, si accetta di buon grado che tutelare l’ambiente utilizzando dei comportamenti socialmente compatibili è un qualcosa di utile per tutti e non è solo una schizofrenia di pochi ma invece il modo di come tutti possiamo vivere meglio».