Il signore nella foto è Ignazio Marino, sindaco dimissionario della Capitale. Ignazio Roberto Maria Marino nasce a Genova il 10 marzo 1955 da madre svizzera e padre siculo, si trasferisce a Roma all’età di 14 anni. Nella Capitale si forma culturalmente frequentando gli ambienti cattolici per tutto il percorso di studio, che lo porterà a laurearsi in medicina alla Cattolica. Esercita il suo ruolo di chirurgo al Policlinico Gemelli. Un cursus honorum, dunque, molto vicino alla Santa Sede. All’estero miete molti successi nel campo medico, in particolare con i trapianti. Nel 2006, si lancia in politica, entrando in Senato e ricoprendo vari ruoli di Presidenza. Nel 2009 si avvicina al Partito Democratico, perdendo le primarie stravinte da Bersani. Nel marzo del 2013 si candida per la corsa alla poltrona di sindaco di Roma in rappresentanza della coalizione di centro-sinistra. Vince le elezioni al ballottaggio e il 12 giugno è eletto sindaco. Da subito si dice favorevole all’introduzione, a livello nazionale, del matrimonio tra persone dello stesso sesso e dell’adozione gay e proponendo per il comune di Roma il registro delle unioni civili.
Il 18 ottobre 2014, in qualità di ufficiale di stato civile, in una cerimonia pubblica in Campidoglio, trascrive nel registro anagrafico comunale gli atti di matrimonio di sedici coppie formate da persone dello stesso sesso permettendo loro di beneficiare dei diritti spettanti ad una coppia sposata. Questo è il primo punto da tenere in considerazione. Passiamo al secondo:
mafia Capitale. Scandalo nella società romana. Infiltrazioni mafiose nelle maglie capitoline tra appalti, società fittizie, droga, riciclaggio di denaro e tanto altro ancora.
Su questi due elementi voglio ragionare. Marino ha scoperchiato il Vaso di Pandora della mafia e si è inimicato il Vaticano. Sulla questione della criminalità organizzata a Roma, sono stati tanti i politici a remare, di ogni schieramento. Tante poltrone sarebbero potute saltare e tanti altri scandali sarebbero potuti venir fuori. E chi, più di tutti, avrebbe pagato lo scotto di tutto ciò? Il Premier non eletto dal Popolo, Matteo Renzi, il Berlusconi 2.0, che tanto decanta la legalità, la vicinanza alle categorie più deboli e si dice di sinistra. Non è mai corso buon sangue tra Matteo da Firenze e Marino, troppo distanti su tante importanti questioni ma all’interno dello stesso Partito. Passiamo all’altro fattore: i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Cosa giustissima di cui non si dovrebbe nemmeno parlare, deve essere così e basta! Ma siamo in Italia, dove a comandare sono i preti e il matrimonio omosessuale è il demonio (mentre pedofilia e appropriazione indebite no). Marino dava fastidio al Vaticano, era un personaggio scomodo. Fateci caso: il buon Papa Francesco ha alzato la voce solo contro di lui…
In poche parole Ignazio Marino è stato un capro espiatorio. Doveva dimettersi , senza se e senza ma. Ora tutti avranno la coscienza pulita: la pseudo sinistra del PD, la destra della Meloni e Salvini che vanno a passeggio coi fascisti di forza nuova, il Vaticano che non vuole i matrimoni gay, i mafiosi romani e i tanti giornali asserviti ai partiti che lo hanno massacrato. Ignazio Marino poteva essere un buon sindaco, è stato un buon sindaco, ma era troppo corretto nel suo impegno di amministratore. Una pecora bianca in un gregge di pecore nere.
Una cellula sana in un corpo pieno di metastasi.