Cilento

Celle, morte di Francesca Maione: chiesto ampliamento degli indagati

Nel registro degli indagati per la morte di Francesca Maione ci sono il padre e un elettricista

Carmela Santi

4 Luglio 2020

Francesca Maione, 27enne di Poderia lo scorso 16 maggio ha perso la vita fulminata da una scarica elettrica mentre faceva la doccia nella sua abitazione. Nel registro degli indagati sono già stati iscritti, dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, che sta indagando sulle cause della tragedia, il papà della ragazza e l’elettricista che aveva realizzato l’impianto elettrico della casa. Ora sulla vicenda si chiede l’ampliamento delle indagini con la necessita di nuove iscrizioni nel registro degli indagati.

È tutto contenuto nella memoria difensiva presentata nei giorni scorsi, al sostituto procuratore Luigi Spedaliere, dall’avvocato Marica Sorrentino legale dell’elettricista. Nel documento si invita la Procura ad indagare anche la mamma, la nonna e il fratello di Francesca. Le prime due perché “nella qualità di proprietarie dell’immobile dove si è verificato l’evento, erano consapevoli di convivere con una fonte di pericolo, della quale avevano il governo, e non hanno posto in essere nessun intervento utile ad evitare l’evento”.

Va verificato inoltre, previe indagini, se il fratello è stato “coautore”, insieme al padre, di interventi “artigianali” sull’ impianto elettrico dell’ abitazione dove è avvenuto il decesso. Nella memoria difensiva si chiede anche di provvedere alla sostituzione del custode dell’immobile che al momento risulta essere il papà di Francesca, per ovvie ragioni di incompatibilità e di pregiudizio dei diritti dell’elettricista. L’avvocato Sorrentino ha invitato inoltre la Procura a svolgere ulteriori indagini sull’immobile al fine di verificare se siano intervenuti altri elettricisti o idraulici che abbiano potuto concorrere alla realizzazione dell’evento.

“Comprendiamo e rispettiamo il grande dolore che ha colpito la famiglia Maione – sottolinea l’avvocato Sorrentino – ma non ci stiamo a fare da capri espiatori di quanto accaduto. Sul piano tecnico per l’esame della dinamica dei fatti ci siamo affidati all’Ing. Salvatore Chirico di Teggiano, il cui apporto è già stato significativo per l’accesso ai luoghi del 25 giugno”.

Il 16 maggio Francesca era appena tornata a casa ed era andata in bagno a fare la doccia, pochi minuti dopo c’era stato un black out e la casa era rimasta al buio. I familiari avevano tentato di chiamarla, ma non avevano avuto nessuna risposta. Avevano quindi aperto la porta e l’avevano trovata senza vita nel box. Inutili i tentativi di soccorso: era morta sul colpo, malgrado il tempestivo intervento i sanitari del 118 non avevano potuto fare nulla. L’ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti è che la scarica elettrica sia arrivata dal braccetto della doccia a causa di un problema nell’impianto.

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