La signorina o anche Tania Troisi, come affabilmente veniva chiamata, era nata ad Agropoli il 4 dicembre 1915, da una antica ed apprezzata famiglia agropolese. Tra i nomi più noti della famiglia: il consigliere di Cassazione Pasquale Troisi, 1852-1908; il Sindaco Carmine Troisi, 1859-1921; il professore Fortunato Maria Troisi, 1908-1993. Già dalle scuole elementari aveva mostrato doti non comuni, partecipando con successo ad attività sociali e religiose che si tenevano nel borgo antico di Agropoli. Nel 1930, la cappella dei Troisi fu demolita da Don Enrico Castelli, per costruire la navata sinistra della Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, e si narra che Nicola, padre di Gaetana, Ufficiale Postale, animalista, ambientalista e uomo di profonda fede religiosa, dopo qualche tempo, morì di infarto. Gaetana, rimasta giovanissima orfana di padre, dovette aiutare la madre nel mantenimento dei quattro fratelli più grandi che studiavano a Salerno, essendo Agropoli priva di Scuole Medie. Per cui, conclusi i suoi studi, curò la sua istruzione da autodidatta, attingendo con zelo, passione e grande forza di volontà dalla fornitissima biblioteca di famiglia.
Fu Sindaca di Agropoli dal 15 ottobre 1968 all’11 giugno 1970.
Negli anni ’60 Agropoli si apprestava ad affrontare non pochi problemi legati al boom edilizio e al turismo di massa, che la stava scoprendo. La Troisi dedicò buona parte delle sue giornate ai numerosi problemi che attanagliavano un’Agropoli in piena crescita sociale ed economica. Da ricordare che allora gli amministratori locali non percepivano alcun compenso. La Sindaca Gaetana Troisi diede il via alla realizzazione del nuovo Porto di Agropoli. Infatti la prima pietra del porto fu posta il 10 gennaio 1969 alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Fiorentino Sullo, per l’occasione contestato da un folto gruppo di manifestanti contrari alla sua realizzazione.
Negli uffici del Comune di Agropoli da anni giaceva il progetto di un enorme Ospedale Civile, mai realizzato. Nel 1969 la Sindaca Gaetana Troisi diede il via all’iter per il progetto definitivo del nuovo Ospedale Civile. Ospedale di cui, purtroppo, ben conosciamo la fine!
Il 19 ottobre 1969 il dott. Raffaele Carola con il dott. Mario Malzoni, grazie anche al sensibile contributo amministrativo della Sindaca Gaetana Troisi, posarono la prima pietra della Casa di Cura Privata Malzoni. Alla sua nascita contribuirono anche i medici agropolesi e cilentani: Barba, Barretta, Caputo, Cobellis, Di Sergio, Mazzei, Milite, Randazzo, Vuolo L’inaugurazione si tenne il 19 marzo 1973, Sindaco di Agropoli avv. Guido Maurano. Presenziarono: Sua Eccellenza Mons. Biagio D’Agostino, Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania; l’On. Fiorentino Sullo, Ministro degli Affari Regionali; l’avv. Alfredo De Marsico, ex parlamentare, Scienziato del Diritto, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.
Sotto il suo Sindacato per la prima volta si iniziò a parlare dello sviluppo turistico di Baia Trentova. Infatti, con una missiva del 16 marzo 1970, l’Onorevole Vincenzo Scarlato annunciava all’Amministrazione Comunale che il Ministro delle Partecipazioni Statali On. Franco Malfatti aveva approvato il programma dell’INSUD, per la realizzazione di un Centro Turistico a Baia Trentova, con un investimento di circa 3 Miliardi. Anche qui sappiamo com’è andata a finire!!!
Ma lo scoglio più difficile da superare per la Sindaca Troisi fu certamente l’emergenza creata in paese dal “Siero Bonifacio”. I viaggi della speranza legati al Siero ideato dal Dott. Liborio Bonifacio (Montallegro 1908 – Agropoli 17 marzo 1983) per combattere alcune forme tumorali, portava giornalmente ad Agropoli centinaia di persone da tutta Italia. A questi si aggiungevano le altrettante richieste tramite telefono, telegramma e lettera provenienti da tutto il Mondo. (Il dott. Bonifacio,Veterinario di Agropoli, era convinto che le capre non si ammalassero di cancro, per cui aveva ideato un preparato ricavato dalle feci e dall’urina di capre macellate. Al preparato si aggiungeva un terzo di acqua bidistillata; trascorse 48 ore si filtrava e sterilizzava la sostanza ottenuta, che veniva iniettata al malato ogni 48 ore). La Sindaca Troisi creò una task force dei Vigili Urbani per l’ordine pubblico e mise a disposizione un ampio locale per la preparazione del siero. Ma in quei concitati mesi fu sempre in prima linea per tamponare i continui problemi di carattere burocratico: dalle Autorità Statali si susseguivano disposizioni sulla distribuzione o meno del Siero Bonifacio; di ordine pubblico: blocchi stradali e ferroviari effettuati dai parenti dei malati contro le decisioni del Ministero della Sanità; di carattere morale-religioso: le numerose, continue ed incessanti richieste del “miracoloso” farmaco a fronte della scarsa quantità. Agropoli era diventata la “Lourdes Italiana”.
La forte tempra di Gaetana Troisi, donna battagliera, dedita al lavoro e al sacrificio per gli altri, veniva stroncata a soli 60 anni da quel male incurabile, del quale era diventata ostile paladina nella vicenda Bonifacio. Lasciava il suo paese nel momento in cui aveva ancora tanto da dire e da dare ai suoi concittadini.