Nel mondo sportivo, precipuamente in quello calcistico, continua ad imperversare il dibattito sulla possibile riapertura delle attività dato l’approssimarsi della famigerata ”fase due” che dovrebbe partire il 4 maggio, in attesa del decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’impressione di molti addetti ai lavori, ed anche di chi vi scrive, è non solo quella che il calcio continuerà ,di base, ad essere penalizzato essendo uno sport di squadra che prevede il contatto fisico tra gli atleti, ma anche che dalla Serie C in giù sarà davvero difficile cercare di concludere i campionati.
Naturalmente, nel sistema calcio, esistono diverse società cilentane, dalla quarta serie a scendere. Sebbene traspaia la volontà della FIGC di arrivare fino al 2 agosto pur di completare la stagione, come dalla nota pubblicata dalla massima federazione calcistica nazionale, a seguito della videoconferenza con i vertici UEFA e FIFA, cercando di rispettare pedissequamente i protocolli di sicurezza (continueranno nei prossimi giorni i contatti con il ministro della Salute Speranza e quello dello sport Spadafora),la strategia della federazione guidata da Gabriele Gravina cozza con una corretta applicazione nei dilettanti, ed anche il presidente della LND Sibilia, sta iniziando a mandare segnali di sconforto da questo punto di vista: ”se il protocollo è quello della Serie A, noi non abbiamo queste capacità” ha dichiarato ad un’emittente radiofonica seppur si susseguono gli incontri ed i movimenti istituzionali.
Sibilia ha anche dichiarato che non ci sono strategie da mettere in campo qualora nei dilettanti non si riparta, ma le ipotesi di un totale stop non son così da scartare dato che d’altronde queste decisioni sono già state prese in diverse federazioni europee prima dell’Italia. Ad essere molto interessate dai possibili provvedimenti nel nostro territorio sono principalmente l’Agropoli ed il Santa Maria per quanto riguarda le categorie maggiori del calcio dilettantistico: la Gelbison, infatti, vanta una posizione di classifica che la tiene ,per ora, piuttosto fuori dai guai. I delfini, sotto la reggenza di Nicola Volpe, stanno innanzitutto occupandosi della salvaguardia economica del club e del titolo sportivo, anche in questi giorni, in una sorta di commissariamento che vede coinvolti nei quadri dirigenziali anche una rappresentanza dei tifosi e dirigenti di lungo corso come Prota, ma la classifica sportiva difficilmente sarà migliorata.
In casa agropolese non ci si sbilancia, ma naturalmente un annullamento della stagione e/o un blocco delle retrocessioni sarebbe una boccata d’aria fresca non di poco conto perchè ciò rappresenterebbe un altro anno di Serie D, nella stagione che porta al centenario dello storico delfino. Incassata anche la disponibilità della Serie C ad accogliere le attuali prime classificate di quarta serie, dalle parti cilentane si spera in soluzioni di questo tipo, che comunque sono nella possibilità delle cose. Ci sono poi i giallorossi del presidente Tavassi che sognano il grande aggancio al calcio dilettantistico nazionale, un qualcosa di storico.
La cristallizzazione della classifica sarebbe perfetta per gli uomini di Pirozzi, perchè vorrebbe dire promozione diretta con il primo posto nel girone B di Eccellenza regionale. Anche questa è un’ipotesi che circola, ma c’è anche la possibilità che le promozioni e le retrocessioni siano stabilite con i criteri che prendano in considerazione solo il girone d’andata e la media punti. Una baraonda, insomma, dove può succedere veramente di tutto, mentre le possibilità di tornare in campo si riducono sempre di più. Questo almeno nel calcio dei ”poveri”dove ci sono diversi club che rischiano di sparire (con tutti i posti di lavoro in procinto di saltare) con alcuni addetti ai lavori che hanno fatto richiesta per il bonus INPS da 600 euro e che un certo tipo di dibattito pubblico si diverte a snobbare.