CASTELLABATE. Nomina di un architetto ritenuto “amico” in cambio di una concessione per un progetto edilizio relativo alla costruzione di strutture abitative in contrada Alano, a Castellabate. Questa l’accusa del pubblico ministero Vincenzo Palumbo che aveva chiesto il rinvio a giudizio per l’ex soprintendente di Salerno Gennaro Miccio e del funzionario della Soprintendenza Domenico Palladino.
Il Gup del Tribunale di Vallo della Lucania, Sergio Marotta, ha invece respinto le accuse. Dichiarato il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. Prosciolti oltre a soprintendente e funzionario, anche l’architetto che secondo l’accusa aveva beneficiato della nomina, così come la ditta esecutrice dei lavori.
L’inchiesta riguardava una presunta lottizzazione abusiva nel Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e in particolare il rilascio, da parte della Soprintendenza, di un provvedimento autorizzativo per un intervento edile riguardante la realizzazione di strutture abitative in contrada Alano a Castellabate. I fatti risalgono al 2015.
Dopo un primo parere negativo della Soprintendenza vi fu un cambio di rotta. Per la Procura, però, l’autorizzazione concessa era finalizzata a ottenere la nomina di un architetto amico. Per Miccio, difeso dall’avvocato Franco Maldonato, e gli altri indagati, è arrivata ora l’assoluzione