Una lettera aperta per dire “no” al progetto del Ponte Tibetano tra i Comuni di Tortorella e Casaletto Spartano (leggi qui). Un’opera programmata da tempo, per molti suggestiva. Per gli amministratori locali, invece, il ponte tibetano dovrebbe garantire il definitivo rilancio turistico del territorio. Eppure non manca chi è di parere opposto come Rolf Mueller, un cittadino di località Caselle, nel comune di Tortorella, da sempre attento alle tematiche ambientali.
Ponte tibetano: pareri contrari
“Sentiamo l’urgenza di esprimere pubblicamente un parere nettamente sfavorevole, in quanto crediamo di essere responsabili di una necessaria vigilanza sul patrimonio naturalistico e culturale del nostro territorio”, esordisce Rolf.
Attraverso la missiva parla del ponte tibetano come di un’utile spesa, una “cattedrale nel deserto” realizzata solo “per seguire una moda effimera del viaggiare consumando il territorio. “Soldi che potrebbero essere invece spesi in modo molto più efficace, migliorando la rete sentieristica esistente, inglobando tutte le offerte già esistenti sul territorio, come il Sentiero Italia del CAI, E1 della FIE, La Via Silente, Il Cammino di San Nilo (= Asse mediana della FIE), la Ciucciopolitana e i servizi turistici connessi, per non parlare di esigenze prioritari come il controllo della qualità dell’acqua (depuratori), la manutenzione dei boschi e della rete stradale”, dice.
Le perplessità
Ma quali sono nel dettaglio le perplessità relative alla realizzazione del Ponte Tibetano? Possono essere sintetizzate in quattro punti. “Il Ponte non collega i due centri abitati e nemmeno si inserisce nella rete dei collegamenti viari minori, migliorando cosi l’ accesso al territorio: rimane pertanto tagliato fuori, né tantomeno valorizza le varie peculiarità esistenti del territorio, come i menzionati vecchi mulini, i salti d’ acqua, i ponticelli antichi, per non parlare del MUN, incubatore culturale – naturalistico di grande pregio un luogo prima cementificato e poi abbandonato, raggiungibile solo su strada asfaltata e cementificata”, spiega Rolf Muller. E ancora: “Visto il passato dubitiamo della capacità di gestione del progetto da parte del Comune di Tortorella; tutte le altre opere finanziate con soldi pubblici (MUN, Grande Muraglia e Bosco incantato, Campo Sportivo con spogliatoio, Scuola in contrada Caselle) sono in stato di abbandono e non hanno mai prodotto un vantaggio per la comunità”.
Ma non solo: il ponte tibetano non sarebbe l’unico nel raggio di 100 km. Inoltre “si parla di grandi flussi turistici che approdano ogni anno alle spiagge del Golfo di Policastro – ma attenzione: per circa 6 settimane all’anno! – i quali potrebbero essere attratti da un Ponte Tibetano esistente nel territorio interno del Parco. Temiamo invece che il turista, in cerca di un’ esperienza adrenalinica, non rimarrà sul territorio a lungo, arricchendo l’economia locale. Dopo qualche ora tornerà al mare, lasciando i suoi rifiuti nel letto del fiume”, scrive Rolf Muller che poi conclude: “I gruppi tanto auspicati che arriveranno in bus non trovano alloggio nei piccoli B & B e neanche una ristorazione in grado di accogliere tante persone contemporaneamente. Per far fronte infatti ad un afflusso sporadico di tanti turisti ci vorranno strutture connesse quali parcheggi attrezzati con bagni, chiosco ecc, comportando un aumento della cementificazione di un territorio altamente protetto dal Parco”.
Ci sono quindi voci contrarie al ponte tibetano e Ralf Mueller è una di queste. “Il vero amante della natura ed interessato al patrimonio storico-culturale, non cerca scosse adrenaliniche e viaggetto magari nel trenino, ma sceglie il Cilento proprio per la sua purezza, la natura ancora non manomessa, la bellezza di un paesaggio primario con pochissime tracce dell’ uomo. Soggiorna a lungo e con piacere nei piccoli centri lontano dal mare, osserva, si rigenera proprio godendo del niente, oggi bene prezioso da tutelare. Statistiche del mercato turistico fanno vedere difatti una chiara tendenza verso una scelta di vita sempre più responsabile, verso la sostenibilità sociale, ambientale ed economica.Le frotte dei turisti mordi e fuggi lo potrebbero definitivamente allontanare”, conclude.