AGROPOLI. Non si placano le polemiche per l’abolizione del question time. Dopo lo scambio di accuse in consiglio comunale che ha portato anche la stessa maggioranza a dividersi (leggi qui), a far sentire la propria voce sono i rappresentanti politici non presenti in assise.
Giovanni Basile, ex coordinatore della Lega e a capo dell’Associazione Camelot sostiene che “si tende ad eliminare dei piccoli barlumi di democrazia all’interno del consiglio comunale”. Secondo Basile il problema è dovuto alla politica che “non ha saputo gestire il question time: l’amministrazione pensava di aver ideato uno strumento di propaganda, mentre la minoranza lo ha utilizzato come uno strumento per fare caciara”. Non mancano riferimenti al presidente del consiglio comunale, Massimo La Porta, che avrebbe utilizzato il question time “per mettere in difficoltà la maggioranza”.
Giovanni Basile interviene poi sulle motivazioni dell’abolizione del question time: “totalmente ridicole”. “Il sindaco dice di voler tutelare l’immagine del Comune ma detto dal capo di un’amministrazione che ha fatto parlare di Agropoli in tutta Italia per l’indagine della Dia è ridicolo”, conclude il presidente dell’associazione Camelot.
Duro anche Mario Capo, già esponente di Pdl e Fratelli d’Italia, secondo cui “l’abolizione del question time nel consiglio comunale di Agropoli dimostra solo la scarsissima lucidità dell’amministrazione comunale e della maggioranza ma è ridicolo sentire le grida di allarme per l’abolizione della democrazia”. Per Capo, dunque, nessuna minaccia per la democrazia poiché “Il regolamento del consiglio comunale ha in sé tutti gli strumenti per consentire comunque ai consiglieri l’esercizio del loro mandato ispettivo quindi l’effetto pratico è assolutamente pari a zero. È proprio perché questa decisione non ha alcun effetto concreto si dimostra quanta poca capacità e lucidità sia in possesso dell’attuale amministrazione comunale”.
“La democrazia non viene meno con l’abolizione del question time la democrazia è stata schiacciata, compressa e vilipesa nell’ultimo decennio ad Agropoli con ben altri metodi e paradossalmente con il consenso plebiscitario degli elettori Agropolesi e il fattivo sostegno di molti attuali paladini della libertà”, conclude.
Nella giornata di ieri Michele Pizza, coordinatore di Fratelli d’Italia, aveva chiesto le dimissioni dell’amministrazione comunale (leggi qui)