Al ritmo dell’organetto tra gli applausi delle persone che, con occhi incantati fissano i passi di danza, “la centa” par volare nel magico incantesimo del dì di festa.
Folklore e preghiera, culto e devozione, un rito che oggi sta perdendo il suo essere ma, ancora affascina e per certi versi stupisce.
La centa viene trasportata con fatica sul capo ed esprime il metaforico avvicinamento al Regno dei Cieli.
Possenti e colorate, le “Cente” sono delle sculture di candele che nascono come manifestazione della devozione popolare al Santo.
Rappresentano una forma di preghiera, non più intima e personale ma condivisa con la comunità tutta.
Ogni singola candela rappresenta un filo diretto con l’atto battesimale mentre l’insieme di tutte le candele simboleggia la Chiesa, unita nel ringraziare il Santo.
Vere e proprie opere d’arte costruite con saggezza e maestria.
Sono allestite con legno leggero, hanno la forma di barche recanti candele disposte l’una accanto all’altra e pavesate con nastri multicolori, fiori e l’immagine sacra che si intende venerare.
Sono di diverse dimensioni, le più grandi possono arrivare a pesare dai 13 kg ad un massimo di circa 25 kg, motivo per cui, durante la processione del Santo si alternano più persone nel trasportarle.