“Italiani di Fiume! Nel mondo folle e vile, Fiume è oggi il segno della libertà; nel mondo folle e vile vi è una sola verità: e questa è Fiume”. Con queste parole il 12 settembre 1919, Gabriele D’annunzio, a capo di 2500 legionari ribelli, proclamava orgogliosamente l’annessione di Fiume al Regno d’Italia. L’impresa di Fiume, secondo gli esperti, contribuì a rendere evidente la debolezza e la corruzione del governo italiano. Mussolini, fiutando il momento propizio, appoggiò apertamente il poeta.
Francesco Angrisani nacque il 27 ottobre 1902 ad Agropoli.
Primogenito di sei figli, a soli diciassette anni rispose alla chiamata patriottica di Gabriele D’Annunzio.
Dopo un viaggio in treno a dir poco rocambolesco, raggiunse Trieste. Qui, dopo alcuni giorni di sofferenze, riuscì con tenacia a far parte dei “legionari” di D’Annunzio.
Tra i più impavidi nella conquista di Fiume, per quindici mesi diede sempre prova del suo coraggio e del suo ardore. Il 21 gennaio 1921, dopo il “Natale di sangue” del 1920, Francesco Angrisani con mille lire, premio di smobilitazione, fece ritorno ad Agropoli.
La sua grande intelligenza lo portò a laurearsi in Medicina all’Università di Napoli. Iniziò con passione la professione di medico in Agropoli ed il Prefetto di Salerno lo nominò medico dello scalo marittimo.
La sua professionalità e la sua piena disponibilità, lo fecero ben volere dagli agropolesi. Era chiamato “il medico dei poveri”, giacché prestava gratuitamente la sua opera alle famiglie più disagiate.
Francesco Angrisani morì a soli 39 anni, il 14 aprile 1941, e tutti gli agropolesi gli resero omaggio. L’eroe fiumano, il benefattore dei poveri, aveva lasciato prematuramente il paese da lui tanto amato.