Una polemica infuria a Roccadaspide in merito alla paternità di importanti progetti di ristrutturazione nel comune. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gabriele Iuliano, ha duramente criticato alcune dichiarazioni rilasciate da esponenti locali di Fratelli d’Italia, che si sono attribuiti il merito della progettazione e del finanziamento di opere come la ristrutturazione dell’ex convento di Santa Maria delle Grazie e dell’ex convento di Santa Maria dell’Arco.
Un’accusa di appropriazione indebita
Secondo l’amministrazione comunale, queste dichiarazioni sarebbero “gravemente menzognere” e frutto di una “campagna pubblicitaria penosa e surreale”. Il sindaco e la sua squadra sostengono che questi progetti sono frutto di un lungo e complesso lavoro di squadra, che ha coinvolto tecnici comunali, parrocchie e istituzioni sovracomunali.
La verità sui progetti
L’amministrazione ha fornito una dettagliata ricostruzione delle fasi che hanno portato alla realizzazione dei progetti, sottolineando il ruolo fondamentale dell’ingegnere Vito Brenca, presidente del Consiglio comunale, e di altri tecnici comunali. In particolare, è stata evidenziata l’importanza della collaborazione con la Curia Vescovile e con gli uffici competenti della Regione.
Si tratta, invero, di opere in corso di finanziamento e che sono il frutto di una azione concreta di interesse e di progettazione, diretta e indiretta, che l’Amministrazione comunale ha realizzato e portato a finanziamento con un lavoro quotidiano, fatto di studio, di ricerca, di progettazione e di attività amministrativa finalizzata a canalizzare tali opere nelle misure di finanziamento nazionali, che è passato attraverso una attività di interlocuzione diretta e costante con i responsabili degli Uffici competenti del Ministero.
Le precisazioni sull’ex convento di Santa Maria delle Grazie
“Grazie all’impegno e alla professionalità tecnica e amministrativa del Presidente del Consiglio comunale, l’Ing. Vito Brenca, si è dapprima attenzionata la condizione dell’ex convento di Santa Maria delle Grazie insieme al nostro parroco Don Cosimo Cerullo, eseguendo un sopralluogo tecnico nell’anno 2022, con la presenza anche del Sindaco, dopo di che si è proceduto all’acquisizione delle planimetrie dell’ex convento, gentilmente fornite dall’Ing. Renato Carrozza, che diligentemente le conservava e che le ha prontamente messe a disposizione, e quindi, nel mese di settembre del 2023, quando il bando di finanziamento era prossimo a scadenza, si è convenuto con il parroco Don Cosimo Cerullo di procedere alla trasmissione e alla presentazione delle schede progettuali, investendo appunto gli Uffici tecnici della Curia Vescovile, nella persona dell’Arch. Raffaele Rammauro, che sebbene inizialmente scettico si è poi convinto, anche grazie alla perseveranza ed insistenza di Don Cosimo, a presentare le schede di progettazione, considerato che il canale di finanziamento individuato (8 x 1000) sulla quale misura si andava a candidare il progetto garantiva una concreta e fattiva possibilità di finanziamento. E così è stato”.
L’ex Convento di Santa Maria dell’Arco
“Per l’ex Convento di Santa Maria dell’Arco, per il quale l’Amministrazione comunale ha predisposto e approvato il progetto grazie al lavoro sempre attento e puntuale del responsabile dell’UTC, Ing. Tommaso Giuliani, che ha predisposto e sviluppato le schede progettuali e tutti gli adempimenti tecnici e amministrativi necessari, candidando il progetto sulla stessa misura di finanziamento dell’otto per mille – si legge ancora nel manifesto – Successivamente, ancora una volta, grazie al costante impegno e alla interlocuzione diretta e serrata che gli Uffici comunali, il Presidente Brenca e tutti gli altri amministratori comunali, hanno tenuto con gli Uffici di Via della Mercede di Roma, anche nella cura della predisposizione e trasmissione dei documenti integrativi richiesti, si è ottenuto il finanziamento di questa importantissima opera, strategica e centrale nell’azione complessiva di riqualificazione del nostro amato Paese”.
“Quindi, i topolini che si rotolano nella farina e dichiarano pubblicamente di essere mugnai, o per meglio dire mulinari, non c’entrano proprio nulla”, concludono da palazzo di città.