Non di rado abbiamo infatti osservato film, serie tv e videogiochi proprio con il tema dell’esplorazione spaziale.
Un tema particolarmente ricorrente anche nella produzione di mini giochi online, come nel caso dei portali di intrattenimento online e delle varie piattaforme di ogni tipo presenti in rete. Ma, al di là di queste manifestazioni, l’esplorazione spaziale trova sempre uno sfogo positivo nell’atto pratico, come quello di studiare fenomeni e cambiamenti che avvengono nell’universo e all’esterno del nostro pianeta.
Proprio per questo, la missione EarthCARE – il cui gioco di parole nel nome è piuttosto evidente – si propone come una delle missioni più complesse ma anche ambiziose nell’ambito dell’osservazione della Terra.
Questo perché il progetto prevede lo studio di nubi e aerosol per scoprire i meccanismi che risultano essere alla base del cambiamento climatico.
Un’ambizione mista a necessità, visto che ormai il cambiamento del clima sta diventando un problema molto serio e, in parte, ormai anche irreversibile.
Missione EarthCARE, che cosa sappiamo
La missione spaziale EartCARE è stata progettata e realizzata ad oltre 75 aziende diverse e vanta uno speciale contributo sia dal Giappone che da svariati Paesi europei, tra cui anche l’Italia con l’Agenzia Spaziale Italiana e con Leonardo, che tra l’altro ha fornito alcune componenti degli strumenti a bordo.
Un’opera di concerto che mira a trovare soluzioni, rimedi e prevenzioni a problematiche sempre più schiaccianti.
Ma, nello specifico, di che cosa si tratta?
Parliamo di un satellite che vanta pannelli solari e sensori per l’orientamento basati sulle necessità del caso.
Il satellite è stato lanciato dalla base californiana di Vandenberg tramite un razzo Falcon 9 ed è regolarmente entrato nella sua orbita prestabilita, che si trova a circa 400 km dalla superficie della Terra.
La sua missione sarà quella di rilevare misure possibili soltanto dallo spazio, tra cui gli aerosol responsabili di raffreddamento e riscaldamento dell’atmosfera terrestre, proprio per una maggior comprensione di quanto sta avvenendo sul nostro pianeta.
Gli obiettivi conclamati
Oltre a rappresentare un gioco di parole, il titolo della missione e del satellite è anche un acronimo, poiché CARE sta per Cloud Aerosol and Radiation Explorer, a voler ribadire ancora una volta i principali concetti e gli obiettivi primari della sua esistenza.
I giapponesi della JAXA – cioè la Japan Aerospace Exploration Agency – hanno già soprannominato tale satellite Hakuryu, cioè Drago bianco, per via del suo peculiare aspetto e dei rimandi alla loro cultura.
L’auspicio è che EarthCARE possa dare una grande mano nella comprensione dei meccanismi che stanno portando a un cambiamento climatico sempre più netto e anche problematico.
Ricevendo i primi dati, la speranza è quella di poter prevedere meglio il clima futuro e, di conseguenza, riuscire a impostare e adottare delle misure che risultino essere maggiormente idonee al mitigare determinati fenomeni.
Una battaglia, di fatto, per aiutare la Terra ad affrontare con più lentezza e maggiore serenità un declino che purtroppo sembra aver iniziato il suo processo svariate decadi fa, a causa anche dei comportamenti sempre più scriteriati che l’uomo è stato in grado di perpetrare.