Isolata “Eboli Domani”. Chieste le dimissioni del vicesindaco Sgritta e dell’assessore Cennamo.

Il consiglio comunale salta a causa dell’assenza del numero legale e scoppia nuovamente la polemica

Di Silvana Scocozza

È dalla stessa maggioranza del sindaco di Eboli Mario Conte che, all’indomani dell’ultimo consiglio comunale andato deserto per mancanza del numero legale e per l’assenza in aula dei consiglieri di “Eboli Domani”, partono le bordate e le richieste di dimissioni.

Le accuse

Ci va giù duro il gruppo Eboli 3.0 – La città in comune con il Coordinamento, il Gruppo consiliare e gli Assessori che chiede le dimissioni per il vicesindaco e per l’assessore alle Politiche Sociali.

«Ci troviamo mestamente a chiedere scusa al Presidente del Consiglio Cosimo Brenga, e alla città per lo spettacolo indegno di ieri sera. Abbiamo assistito attoniti all’allontanamento volontario dell’Assessore Cennamo durante un’interrogazione, senza alcuna motivazione e in sfregio alla buona educazione istituzionale (e non solo) che la funzione di Assessore comunale le imporrebbe. A lei, in occasione della ricorrenza della festa delle donne, chiediamo un sussulto di dignità».

Ma il gruppo politico che fa riferimento all’ex vicesindaco Vincenzo Consalvo rincara la dose: «Abbiamo assistito alla presenza, durante la mattinata, dell’Assessore Sgritta ad un incontro sindacale e alla sua assenza immotivata ieri sera in Consiglio comunale, così come di tutto il gruppo Eboli Domani, il gruppo del “cambio di passo”, non nuovo ad atteggiamenti di ostruzionismo istituzionale».

L‘appello al sindaco

«Ne abbiamo abbastanza!». Il gruppo Consiliare, gli Assessori e il Coordinamento di Eboli 3.0 – La città in comune chiedono al Sindaco Mario Conte di aprire una seria riflessione rispetto a quanto accaduto e di revocare le deleghe a chi ha dimostrato di non meritare la fiducia da lui accordata.

La Città del Sele chiede chiarezza e responsabilità

Viene letta come irragionevole, immotivata e senza alcun preavviso l’assenza di alcuni Consiglieri di maggioranza ieri sera nella civica assise, sotto gli occhi del Comitato EboliPace presente in aula e di chi seguiva da casa i lavori del Consiglio.

Il gruppo consiliare e gli assessori della Città del Sele condannano l’accaduto, ben sapendo che ci sono occasioni, tutte politiche, come la discussione sul “Cessate il fuoco” tra Israele e Palestina, che vanno onorate senza distinzioni di sorta.

«Non presentarsi in Aula – dicono – a nostro avviso, è segno di menefreghismo e indifferenza, dietro il quale, sperando che di questo si tratti e non di altro, si cela un malessere di alcuni consiglieri che invece andrebbe affrontato in una discussione di maggioranza».

Rinnovata fiducia verso il Sindaco, il gruppo si dice pronto a promuovere e sostenere qualsiasi azione sia necessaria per far prevalere il senso di responsabilità, nella chiarezza delle posizioni.

Poi l’invito a metterci la faccia: «A latere di ogni discussione, si torni in Consiglio ad horas. Il Presidente del Consiglio si attivi per riconvocare subito il Consiglio Comunale, per discutere di PACE ed approvare gli importanti provvedimenti amministrativi già all’ordine del giorno».

La posizione di Uniti per il territorio

Meno incisiva la posizione del gruppo consiliare Uniti per il territorio che esprime «dispiacere per una fase di tensioni politiche di cui non si sentiva il bisogno e che non lascia intravedere sbocchi, favorendo solo l’acuirsi delle divisioni e dei distinguo interni alla maggioranza che sostiene il Sindaco Mario Conte».

«È proprio al Sindaco, a cui vogliamo ribadire vicinanza e sostegno come gruppo consiliare e che ha in mano il timone della maggioranza, che chiediamo di non lasciarsi indebolire o frenare nell’impegnativo lavoro alla guida della Città portato avanti con impegno e determinazione sin dall’insediamento. Se di frizioni politiche e differenze di vedute si tratta, queste vanno ricondotte nell’ambito di una discussione serena tra le forze di maggioranza, senza lasciarsi andare a proclami, ultimatum o rivendicazioni del lavoro svolto da esponenti di singole forze politiche».

Uniti per il territorio non intende partecipare a guerre intestine in seno alla maggioranza ma richiama tutti al senso di responsabilità.

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