Esulta l’amministrazione comunale di Petina, guidata dal sindaco Domenico D’Amato, per la conclusione dell’interlocuzione avviata con il professore Antonio Saracino, tecnico del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, incaricato di definire la bozza che modifica il Piano del Parco relativamente al territorio di Petina.
La bozza, che sarà sottoposta all’approvazione dei comuni del Parco, prevede alcuni benefici importanti per il Comune di Petina in quanto permetterà l’eliminazione dei vincoli che hanno frenato alcune attività economiche e quindi lo sviluppo turistico del paese, a comunicarlo lo stesso sindaco che ha spiegato che in alcune zone del territorio, in cui non era possibile procedere ad alcuni tagli della vegetazione che pure andavano effettuati, dopo l’approvazione della bozza si potrà provvedere al taglio, ma anche a convertire i terreni in castagneto da frutto.
La montagna di Petina
La montagna di Petina è attualmente classificata come “Zona A” di riserva integrale e quindi non vi sono consentite attività come il taglio e il pascolo, ma nell’ipotesi concordata con il Parco, una parte della zona A, verrebbe trasformata in zona B1 quindi queste attività potrebbero essere consentite. Si tratta delle zone Costa Paoliello, Acquafredda, Valle Pantano, Aresta, Conici, Figliolo Ferrari. Inoltre si definirebbero due aree turistico ricettive, ossia Acquafredda e Aresta e anche la dorsale degli Alburni potrebbe essere protagonista di un’adeguata progettazione per interventi di manutenzione straordinaria e di messa in sicurezza.
Le dichiarazioni
“E’ un risultato fondamentale raggiunto a beneficio dei cittadini e della Pubblica Amministrazione. Dietro vi è un lavoro corale e incessante per cui ringrazio la giunta, i consiglieri comunali, i tecnici e i dipendenti comunali, ringrazio il professor Sarcino, il direttore del Parco, Romano Gregorio, l’ex presidente Tommaso Pellegrino e l’attuale presidente, Giuseppe Coccorullo” ha affermato il primo cittadino.
Il sindaco si è anche difeso da alcune accuse che gli sono state rivolte nel corso degli anni: “Qualcuno ha asserito che la colpa dei mancati tagli boschivi fosse mia o dell’amministrazione, ma è un’accusa che ho sempre vissuto con sofferenza trovandola ingiusta, immotivata e infamante. Con l’elezione nel Consiglio direttivo del Parco la mia unica pretesa è quella di cambiare con i fatti il pensiero negativo e diffuso tra la gente che associa il termine “Parco” a mero strumento di limiti e limitazioni, a un pensiero positivo e di opportunità per il rilancio dell’economia del nostro territorio” ha concluso D’Amato.