Agropoli, operazione «Ultimo brindisi»: nuovi guai per Malandrino

L'uomo, già al centro di altre inchieste, è finito al centro di un'ulteriore indagine legata a una presunta frode nel settore delle bevande

Di Ernesto Rocco

Ancora guai giudiziari per l’imprenditore cilentano Concordio Malandrino, già noto alle cronache per essere finito al centro di indagini per frodi fiscali. Ieri mattina, nell’ambito dell’operazione “Ultimo Brindisi”, è stata emessa una nuova ordinanza di carcerazione nei suoi confronti.

L’indagine, partita dalla Sicilia e condotta dalla Guardia di Finanza di Catania, ha portato alla scoperta di una maxi evasione Iva su tutto il territorio nazionale. Dieci persone sono state arrestate, 17 hanno ricevuto divieti di esercitare l’attività d’impresa e sono stati sequestrati 30 milioni di beni a 17 società e 25 indagati.

Malandrino, ricercato a livello internazionale

Malandrino, 55enne originario di Perdifumo ma domiciliato ad Agropoli, è attualmente residente a Dubai. Per lui la misura cautelare è stata disposta ma non eseguita.

Ieri mattina, la Guardia di Finanza della Compagnia di Agropoli ha sequestrato tre auto all’imprenditore. A Salerno sono stati sequestrati anche alcuni immobili.

Un’organizzazione su scala nazionale

Il blitz dei finanzieri, coordinati dalla Procura europea di Palermo, ha sgominato un presunto gruppo criminale che commercializzava bevande in evasione d’Iva.

L’ordinanza di carcerazione è stata eseguita in diverse province italiane: Venezia, Vicenza, Messina, Siracusa, Salerno, Roma, Padova, Rieti, L’Aquila e Milano. Tra gli indagati figura anche il figlio incensurato di un boss del clan Santapaola.

Le investigazioni, durate circa due anni, hanno portato a contestare al gruppo criminale, con base a Catania, un volume d’affari di oltre 100 milioni di euro, frodando il fisco per oltre 30 milioni.

I meccanismi di frode

Tra i meccanismi di frode utilizzati vi era l’acquisto senza Iva di merci falsamente destinate all’estero e il mancato versamento in Italia dell’imposta sugli acquisti provenienti dalla Repubblica di San Marino.

L’attività investigativa dovrà trovare ora conferma nell’eventuale fase processuale.

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