Autovelox di Agropoli, Russo: «un modo per fare cassa, pronti alla battaglia»

L'avvocato Giuseppe Russo accusa: «apparecchio serve solo a fare cassa, pronti ad avviare la nostra battaglia»

Di Ernesto Rocco

Si infiamma la polemica sulla possibile reinstallazione dell’autovelox di Agropoli. L’amministrazione comunale, con un comunicato dai toni feroci verso i più critici, ha provato a fare chiarezza sull’iter amministrativo in atto. Tre pagine che si sintetizzano con la conferma della volontà di riposizionare (a talune condizioni) un apparecchio per il controllo elettronico della velocità tra gli svincoli Agropoli Nord e Agropoli Sud, ma anche di un sorpassometro.

Polemiche sull’autovelox

Una comunicazione, quella dell’Ente, che è servita solo ad inasprire ulteriormente i toni. L’avvocato Giuseppe Russo, che da anni ha intrapreso una battaglia contro questi sistemi di controllo della velocità, conferma il motivo della sua lotta a sostegno degli automobilisti: per il legale cilentano, infatti, questi apparecchi rappresentano solo «un modo per fare cassa».

«Se si hanno veramente a cuore il controllo della velocità e la salute delle persone sarebbero stati installati altri metodi di misurazione della velocità come il controllo della velocità media tra i due varchi di Agropoli – prosegue – siamo a favore della sicurezza stradale ma non di mettere le mani nelle tasche delle persone ed è questo che si sta facendo».

Secondo Russo, inoltre, installare l’autovelox in quel punto della Cilentana non è possibile considerato che il limite è a 50 chilometri orari.

«Pronti alla battaglia»

Da parte sua l’amministrazione comunale ha chiesto di ripristinare il vecchio limite a 80 chilometri orari. A decidere dovrà essere l’Anas, competente per quel tratto di strada. «Se ciò avverrà vuol dire che la messa in sicurezza è completa e di conseguenza l’autovelox è inutile». Infine un appello a consiglieri comunali e cittadini a fare un accesso agli atti: «Fatemi avere le richieste fatte dal comune di Agropoli a Prefettura e Anas e da lì avvieremo la nostra battaglia».

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