Nel 2019, tra i ruderi delle mura dell’antica città greca di Paestum, fu scoperto un tempio dorico che ha portato alla luce importanti reperti. Questo tempio, che era ancora in uso nel periodo lucano, fu abbandonato tra la fine del II secolo a.C. e l’inizio del I. Recentemente, una nuova campagna di scavi è stata ripresa dopo la pandemia e ha portato alla luce importanti scoperte.
La scoperta del tempio dorico
Tra le scoperte più significative del tempio dorico, vi è un piedistallo in pietra con gradini, decorazioni del tetto in terracotta colorata con gocciolatoi a forma di leone, una straordinaria gorgone e una commovente rappresentazione di Afrodite. Inoltre, vi sono sette stupefacenti teste di toro, un altare con boschetti nelle pietre per raccogliere liquidi sacrificali e centinaia di ex voto con immagini di Eros che cavalca un delfino alla maniera di Poseidone, il dio che ha dato il nome alla città.
L’autonomia artistica e culturale della comunità
La Direttrice del sito archeologico di Paestum, Tiziana D’Angelo, afferma che questa scoperta è destinata a cambiare la storia documentata dell’antica Poseidonia, quasi una finestra aperta su un frammento lungo 500 anni della vita della città che i greci di Sibari fondarono nel 600 a.C. Questa scoperta dimostra l’autonomia artistica e culturale della comunità e smentisce chi ha sempre creduto che le colonie si limitassero a copiare le opere della madrepatria.
Il rito di chiusura del tempio
Straordinaria è anche la gamma di oggetti rinvenuti nello spazio che separa la facciata dell’edificio dall’altare, statuette in terracotta con volti di donatori o divinità di cui 15 raffiguranti il piccolo Eros che cavalca un delfino, templi e altari in miniatura. Questi oggetti sembrano essere stati posti a terra con devozione, “come in un rito di chiusura” quando il tempio andò in disuso con l’arrivo dei Romani nel 273 a.C.
Il tempio dorico e la sua importanza storica
Il tempio dorico di Paestum è il più piccolo tempio periptero dorico che conosciamo prima dell’età ellenistica, il primo edificio che a Paestum esprime pienamente il canone dorico. “Quasi un modello in piccolo del grande tempio di Nettuno”, che appunto doveva essere in costruzione, “una sorta di missing link tra il VI e il V secolo a.C.”, spiega Gabriel Zuchtriegel, l’ex direttore di Paestum oggi alla guida di Pompei che ha appena dato alle stampe un corposo studio sull’architettura dorica.