Legambiente stila il dossier per i Comuni che si sono distinti per il riciclo dei rifiuti. Buona la performance del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano che con il 71,6% di raccolta differenziata raggiunge e supera l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata entro il 31 dicembre 2012.
Ottimi risultati per il Cilento e Diano
Con 65 comuni ricicloni e 32 comuni rifiuti free (in cui la produzione pro-capite di rifiuti avviati a smaltimento è inferiore ai 75 Kg/ab/anno) il Cilento si assesta tra i parchi nazionali più virtuosi nella classifica di Legambiente.
Ecco il dossier Legambiente: i dati
Legambiente presenta il dossier “Parchi Rifiuti Free”, che fotografa, nei Comuni situati nelle aree di maggiore pregio naturalistico con un duplice obiettivo da un lato promuovere la corretta gestione dei rifiuti nei Comuni delle aree naturali protette che hanno percentuali di raccolta differenziata ancora troppo bassi; dall’altro avviare – d’intesa con le aree protette – azioni di riduzione dei rifiuti attraverso la gestione virtuosa dell’intero ciclo, garantendo la tutela dell’ambiente e del territorio e qualificando l’offerta delle strutture e delle località turistiche delle aree protette.
Nel dossier Legambiente rielabora i dati Ispra relativi al 2021 sulla raccolta differenziata di 498 comuni dei 24 Parchi nazionali che interessano 1.471.319 ettari di territorio protetto e una popolazione di 2.789.748 abitanti che per la Campania riguarda i 93 comuni presenti nei due parchi Nazionali che interessano complessivamente 187,744 ettari di territorio protetto e una popolazione di 538.276 abitanti. Complessivamente sono 69 i comuni ricicloni presenti nei due parchi nazionali e 33 quelli rifiuti free. Tra il 2020 e il 2021 i Comuni ricicloni sono aumentati del 15% (pari a 9 unità), sono rimasti quasi stabili i Comuni Rifiuti Free( diminuzione di una sola unità).
Le dichiarazioni
«Per raggiungere gli obiettivi al 2030- commenta Maria Teresa Imparato, presidente Legambiente Campania- e favorire la transizione ecologica soprattutto nei parchi, territori ricchi di natura ma più esposti ai cambiamenti climatici, serve un cambio di passo con politiche territoriali efficaci e coerenti.
Non investire sulla qualità e quantità di raccolta differenziata determina effetti negativi: i rifiuti abbandonati e la non corretta gestione dei rifiuti urbani diventano non solo un detrattore ambientale e un rischio per la fauna selvatica protetta; ma impattano anche su l’attrattiva turistica, condizionando in negativo il giudizio di chi visita questi luoghi, e scoraggiano il turista attivo che sceglie vacanze sostenibili basate sull’economia circolare, la mobilità sostenibile.
Come Legambiente continueremo ad accompagnare e valorizzare il lavoro degli amministratori. Nella aree protette si gioca una partita fondamentale per la transizione ecologica e i parchi non possono rischiare di perdere la sfida di accompagnare i territori e le comunità locali verso scelte green e politiche di sviluppo innovative basate sulla qualità ambientale, la tutela della biodiversità e la coesione territoriale.
Il cambio di rotta, secondo Legambiente, non può non passare dall’utilizzare al meglio le misure di sostegno previste dalla legge finanziaria 2021 (l.30/12/2020 n.178) che prevede per le ZEA (Zone economiche ambientali) dei Parchi nazionali un totale di 30 milioni per il biennio 2021-2022.
Risorse importanti, che però i parchi non sono ancora riusciti a impegnare, anche a causa di una difficile applicazione della norma, e che andrebbero rimodulate e indirizzate nella giusta direzione per far raggiungere ai Comuni gli obiettivi previsti.