Centrale operativa del 118, sindacato chiede interventi urgenti

Centrale operativa 118: «Una vera e propria disfatta per un servizio che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di questa Azienda»

Di Alessandro Paolillo

Dai sindacati un appello al riassetto della Centrale operativa territoriale del 118 e dell’emergenza-urgenza territoriale. Lo chiede la Fials Salerno dopo le tante criticità rilevate.

Centrale operativa 118: la nota della Fials

Secondo Carlo Lopopolo, sono troppe le criticità che interessano la Centrale operativa territoriale del 118, ecco perché è necessario intervenire:

“Una vera e propria disfatta per un servizio che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di questa Azienda, sul quale sono previsti innumerevoli investimenti con il Pnrr ma che ad oggi risulta essere in evidente difficoltà a causa delle criticità e carenze di personale e, soprattutto, di linee guida per l’esercizio professionale. La Fials esprime profonda preoccupazione per i colleghi che si trovano sempre più spesso soli a gestire gravi emergenze, senza aver acquisito competenze teoriche e pratiche frutto di un’adeguata formazione specifica”.

Lopopolo, nella lettera inviata nei giorni scorsi, ha specificato che si tratta di operatori che grazie al loro spirito di sacrificio e abnegazione mantengono in vita l’emergenza territoriale.

“Ma ad oggi l’Asl è sprovvista di protocolli infermieristici che in buona parte potrebbero aiutare il personale a gestire le suddette criticità. Si tratta quindi di seguire dei protocolli prestabiliti, che si basano sulle più recenti evidenze scientifiche, come nel caso di somministrazione di analgesia a pazienti con dolore importante e qui l’alternativa sarebbe di eseguire il trasporto di una persona, che prevede magari una lunga percorrenza, con un dolore severo. Tra i problemi emersi c’è quello di somministrare farmaci salvavita, attraverso l’adozione di procedure internazionalmente riconosciute in caso di arresto cardiaco, inclusa la somministrazione dei farmaci previsti dagli algoritmi in caso di rianimazione cardiopolmonare avanzata. Il personale infermieristico dei servizi di emergenza e urgenza, contrariamente ad altri contesti ospedalieri e territoriali, sono delle figure abituate a prestare servizio senza che la maggior parte delle volte sia presente a loro fianco un medico”.

Le richieste

Per questo motivo, vista l’impossibilità di medicalizzare ogni uscita di ambulanza, in Italia negli ultimi anni si è acceso il dibattito inerente l’adozione dei cosiddetti “protocolli infermieristici”, ovvero delle procedure volte a guidare l’infermiere nel compiere manovre avanzate, compresa la somministrazione di farmaci.Su questo aspetto, il segretario territoriale della Fials è stato chiaro:

“In questo senso, è necessario che l’opera del personale sanitario debba sempre riferirsi alle linee guida di riferimento, così come previsto dalla normativa vigente e anche dalla giurisprudenza attuale, rappresentata dalla Legge Gelli. In particolare, l’articolo 5 della legge 24 del 2017 sancisce, al comma 1, che gli esercenti le professioni sanitarie si attengono, salve le specificità del caso concreto, alle raccomandazioni previste dalle linee guida. Un intervento è dunque appropriato qualora sia di efficacia provata da evidenze scientifiche, oltre che essere stato prescritto per il “paziente giusto”, essere eseguito nel “modo giusto”, al “momento giusto” e per la “giusta durata” e se gli effetti sfavorevoli o i rischi sono accettabili rispetto ai benefici”.

L’adozione di protocolli infermieristici dedicati al personale infermieristico che opera nell’emergenza preospedaliera sta diventando oramai un’esigenza in quasi tutto il territorio nazionale, laddove non siano già in adozione. Tuttavia, per la sicurezza dei sanitari e soprattutto del paziente assistito, ci dovrebbe riferire, secondo la Fials Salerno, alle indicazioni universalmente riconosciute e sancite dalle società scientifiche nazionali e internazionali censite in un apposito albo ministeriale, che le autorizza ad emanare le indicazioni previste.

“La costante carenza di medici riporta alla luce anche una nuova problematica: il numero insufficiente di personale a bordo dei mezzi di soccorso; in prima istanza composta da tre membri Autista-soccorritore, infermiere e medico – ora priva di quest’ultima figura -. Le ambulanze di tipo “Mezzi di soccorso base” con autista e infermiere si trovano quindi a fronteggiare emergenze come i politraumi gravi e arresti cardiaci in cui la presenza di solo due unità risulta insufficiente e pericolosa per l’utenza”

Per questo motivo, considerando i prossimi cambiamenti a cui andrà in contro l’emergenza territoriale, la Fials Salerno ha chiesto l’introduzione di protocolli infermieristici, il potenziamento delle ambulanze di tipo MSB con l’aggiunta di un soccorritore, la formazione periodica aziendale per gli infermieri, la verifica della formazione degli operatori impiegati dalle associazioni di volontariato.

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