A Pisciotta, comune costiero del Cilento di 2430 abitanti oltre 600 pazienti sono rimasti “orfani” del medico di base. Qualche giorno fa la dottoressa Mariangela Cammarano, uno dei due medici in servizio, ha annunciato improvvisamente di voler rinunciare all’incarico.
Motivi prettamente personali alla base della decisone della dottoressa che era arrivata nel centro cilentano qualche mese fa per sostituire un collega andato in pensione. Il suo dietrofront lascia la comunità di Pisciotta, o almeno una buona parte in emergenza sanitaria. L’altro medico del paese Antonio Rasera ha superato il numero massimo di assistiti fissato per legge a 1500 pazienti.
Territorio senza medico: le criticità
Una situazione paradossale che mette a rischio l’assistenza sanitaria in un comune che conta numerosi pazienti anziani residenti anche nelle frazioni Rodio e Caprioli distati chilometri dai centri più grandi.
Una serie di criticità a cui si aggiunge, e non è da poco, lo stato in cui versa la viabilità. Percorrere anche pochi chilometri sul territorio cilentano può diventare un’impresa. A Pisciotta, incantevole borgo marinaro e terra degli ulivi secolari, insiste la storica frana di Rizzico. Un movimento franoso che da quarant’anni rischia di tagliare in due anche la linea ferroviaria tirrenica. Per 600 persone rimanere senza medico di base a Pisciotta può diventare dunque un dramma.
Le parole del sindaco
Ne è consapevole il Sindaco Ettore Liguori: “la rinuncia della dottoressa Cammarano ci è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Mi sono subito adoperato per chiedere all’Asl di Salerno un sostituto ma la burocrazia ha i suoi tempi. Trovare un medico che abbia i requisiti richiesti non è cosa facile considera anche la penuria di dottori che si registra sul nostro territorio. L’unico altro medico che abbiamo in paese ha già raggiunto il tetto di libretti fissato per legge”.
Che fare? Il primo cittadino ha sollecitato anche il Distretto Sanitario competente per territorio. Ne ha parlato con il direttore Marilina Aloia e il vicedirettore Giovanni Nicoletti. L’unica possibilità per risolvere la questione, almeno temporaneamente è quella di chiedere la disponibilità di un medico di base già in servizio in un altro ambito per ricoprire dei turni anche nel comune di Pisciotta. I pazienti rimasti senza medico sono seriamente preoccupati.
Devono rivolgersi alla guardia medica o fare chilometri per raggiungere l’ospedale San Luca di Vallo della Lucania o i medici in servizio in altri comuni per una prescrizione”.
La vicenda indigna l’intera comunità locale. “Non sappiamo chi deve risolvere il problema – dice la signora Antonietta rimasta senza medico di base – ma si devono attivare subito. Non possiamo attendere i tempi burocratici, la tutela della salute è un nostro diritto”.
“Non possiamo accettare – chiosa Giovanni – che mio padre 80enne debba fare chilometri per farsi fare una ricetta di un farmaco salvavita. Nessuno che abbia buon senso può venirci a dire che tutto questo è logico”.
Il caso di Palomonte
Quello di Pisciotta non è un caso isolato nel Cilento. Basta spostarsi di qualche chilometro nell’entroterra per ritrovarsi in una situazione altrettanto insostenibile. A Palomonte, su oltre 3950 pazienti, ben 1800 persone sono rimaste senza assistenza sanitaria per via del pensionamento di uno dei tre medici di base.
Una carenza già preventivata da mesi e quindi a differenza del caso di Pisciotta l’Asl di Salerno ne era già a conoscenza.
“Avrò ricevuto un centinaio tra telefonate, e-mail e messaggi da residenti che denunciano questo disservizio”, dichiara il primo cittadino Felice Cupo. Gli altri due medici presenti nel comune salernitano non hanno capienza per poter accettare altri pazienti.
Anche i medici di medicina generale che lavorano nei comuni limitrofi hanno già raggiunto il massimo dei pazienti assistiti. Un danno, a cui si aggiunge la beffa poiché basti pensare che a Palomonte, la maggior parte della popolazione è composta da persone anziane
Gli studi di altri medici di medicina generale, così come l’ospedale di Oliveto Citra e il presidio della Guardia Medica, sono dislocati in altri comuni e per raggiungerli, diventa necessario l’utilizzo della macchina o di un servizio di trasporto ad hoc che però non c’è.
L’allarme della Coop Parmenide
Il dottore Luigi Di Gregorio è il presidente della Cooperativa Parmenide che rappresenta 105 medici di base da Eboli a Sapri “purtroppo – dice – la situazione è destinata a peggiorare sempre di più. È necessario rivedere i criteri di assegnazione dei medici nelle aree periferiche difficilmente raggiungibili e dove insistono diverse criticità. Molti colleghi rinunciano poco dopo l’assegnazione. Stiamo creando delle associazioni funzionali periferiche che mettono insieme diversi medici di base per un lavoro gruppo. A Vallo della Lucania è già una realtà e conta l’adesione di nove medici”.